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Accademia Olimpica: giovedì 13 marzo all’Odeo del Teatro Olimpico un ricordo di Enrico Opocher, tra i padri della filosofia del diritto

I tre relatori: Gianni A. Cisotto, Giuseppe Zaccaria e Franco Todescan

A cento anni dalla nascita e a dieci dalla morte, Enrico Opocher (Treviso 1914 – Padova 2004), tra i padri della filosofia del diritto in Italia, illustre docente nonché rettore dell’Università di Padova in anni “caldi” quali furono quelli dal 1968 al 1972, sarà al centro di una tornata interclasse a lui dedicata dall’Accademia Olimpica di Vicenza.

L’appuntamento è fissato per giovedì 13 marzo alle 17 all’Odeo del Teatro Olimpico. Di primo piano i relatori invitati a illustrare, di Opocher, la figura accademica, l’impegno politico durante il secondo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra e il profilo squisitamente umano, toccando anche alcuni ambiti di interesse letterario che lo legarono in modo particolare a Vicenza. Aperti dal saluto del presidente dell’Accademia Olimpica Luigi Franco Bottio, i lavori vedranno l’intervento dell’accademico Gianni A. Cisotto (Enrico Opocher e il Partito d’azione), del rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria (Enrico Opocher filosofo del diritto e rettore) e dell’accademico Franco Todescan (Enrico Opocher e l’Anonimo de “I promessi sposi”), questi ultimi tra gli allievi prediletti dell’insigne docente.
«Nel campo della filosofia del diritto – commenta Todescan, vicepresidente vicario dell’Accademia Olimpica – Opocher appartiene all’ultima generazione dei grandi maestri, visto che anche in questa disciplina, da tempo, il numero dei professori si è decuplicato, ma le grandi figure sono scomparse. Opocher, invece, è stato un padre di questa materia, con Norberto Bobbio, che ne rappresenterò l’ala laica, e Sergio Cotta, che ne fu il riferimento in ambito cattolico, ponendosi tra i due, in una posizione meno connotata in senso religioso ma nemmeno schierata sul fronte laico».
Se gli si chiede che cosa pensa di dovere a Opocher, Todescan non ha dubbi: «Sul versante accademico gli devo tutto, fin da quando, il primo giorno dopo la laurea, andai a ringraziarlo e lui mi propose di diventare suo assistente. Paradossalmente, però, penso che a me, come agli altri che hanno lavorato con lui, Opocher abbia dato ancora di più dopo il pensionamento, lasciandoci, con serenità, il nostro spazio».
Del suo maestro Todescan ha mille ricordi, da quelli legati alla professione a quelli più privati. Da tutti, comunque, emerge la figura di un docente presente e impegnato e di un uomo integro e tollerante: «Ha avuto tanti assistenti delle più diverse ideologie, come noto: non è mai stato invadente, in questo senso». La politica, di contro, ha attraversato profondamente la sua esistenza: «Basti dire – ricorda Todescan – che fu rettore in un periodo delicato e complesso come l’immediato post ’68. Il suo predecessore aveva chiuso l’Università; Opocher, al contrario, l’ha portata fuori dalle secche, aprendola al dialogo con gli studenti. Ma, davvero, quelli non furono anni facili: non dimentichiamo le due bombe collocate nel nostro istituto nel 1969, anno che si concluse con la strage di Piazza Fontana».
Oltre ad occuparsi di filosofia del diritto, Opocher fece parte della Resistenza (fu componente del Comitato Nazionale di Liberazione di Treviso e parteciò alla fondazione del Partito d’azione) e coltivò gli stuydi letterari, con una predilezione per il Manzoni de I promessi sposi: «A tale riguardo – conclude Todescan – nella tornata di giovedì 13 illustrerò una sua ipotesi interpretativa sul romanzo e in particolare sull’Anonimo secentesco, che potrebbe condurre fino a Vicenza».
Ingresso libero. Informazioni nel sito www.accademiaolimpica.it o al numero 0444 324376.