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Prodotti enogastronomici artigiani: i dati export 2019

I prodotti enogastronomici artigiani piacciono anche all’estero: a confermarlo sono i dati dell’export 2019, secondo un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza.

Le festività legate al Natale, e il maggior reddito disponibile legato alle tredicesime rispetto alla media mensile annua, hanno portato un aumento delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e bevande di più del 19% la media mensile annua; non vanno male nemmeno le esportazioni di questi prodotti.
Non solo i numeri del consumo casalingo sono incoraggianti, infatti, ma anche i dati dell’export: a settembre 2019 le esportazioni degli ultimi 12 mesi di prodotti alimentari e bevande si aggiravano sui 746 milioni di euro (di cui il 72,8% per prodotti alimentari e restante 27,2% per bevande). Dal confronto con le altre province venete, quindi, Vicenza risulta 3° per volume di prodotti Alimentari e bevande esportati, ma 4° per propensione all’export del settore, calcolata come rapporto tra volumi esportati e valore aggiunto.
Nei primi nove mesi del 2019 le esportazioni di prodotti alimentari e bevande hanno rappresentato il 4,0% delle esportazioni manifatturiere vicentine crescendo del 4,4%, variazione doppia rispetto al +2,0% del totale delle esportazioni manifatturiere. Nel dettaglio il 72,8% dell’export è relativo ai soli Prodotti alimentari, in crescita del 5,5%, e il rimanente 27,2% alle Bevande, che aumenta dell’1,4%.
Quanto alla destinazione dell’export del made in Vicenza del settore si rileva che i mercati dell’Unione Europea – che rappresentano il 63,7% dell’export del comparto – segnano una crescita del 4,9% rispetto ai primi nove mesi del 2018, mentre nei mercati fuori dall’Ue a 28, che pesano per il 36,3%, l’incremento è del 3,5%. In particolare, i primi 10 Paesi di destinazione rappresentano i due terzi (66,2%) dell’export del settore e crescono del 2,5% contro il +8,2% segnato dagli altri mercati. Il primo partner commerciale è la Germania (60,1 milioni di euro), seguono il Regno Unito (58 milioni), Stati Uniti (53,8 milioni), Austria (46,8 milioni) e Francia (38,5 milioni). Forti crescite si osservano nei Paesi Bassi (+61,4%, pari a +6,5 milioni di euro), in Belgio (+31,4%, +3,3 milioni di euro e in Algeria (+16,3%, pari a +3,1 milioni di euro).
Al 30 settembre 2019 il settore dell’artigianato alimentare in provincia di Vicenza conta 1.057 unità, pari al 16,1% delle 6.567 imprese del settore dislocate su tutto il territorio regionale, in calo dell’1,5% su base annua, in linea con la flessione registrata a livello regionale (-1,4%). Nel corso degli ultimi 5 anni (III trimestre 2014-III trimestre 2019), invece, Vicenza segna una leggera crescita pari a +0,4%, in controtendenza rispetto alla dinamica regionale che nello stesso periodo segna un -1,4% e al dato nazionale (-3,8%).
A livello provinciale tra i 26 principali territori – ciascuno con almeno 1.000 imprese artigiane – Vicenza è la quarta per maggiore dinamismo nell’ultimo quinquennio, dietro a Milano (+7,5%), Catania (+4,9%) Cagliari “vecchi confini” (+2,8%) e Venezia (+1,9%).
Passando all’occupazione di queste realtà imprenditoriali, una analisi più approfondita della struttura dell’occupazione per classe dimensionale evidenzia che l’occupazione delle micro e piccole imprese (MPI) vicentine di Alimentari e bevande pesa per l’1,1% del totale degli addetti di tutti i settori. Il peso dell’artigianato sull’occupazione del settore nella provincia vicentina è pari al 32,5%, superiore di 4,6 punti alla media veneta (27,9%), ma inferiore di 2,5 punti al dato nazionale (35,0%).
“I dati confermano che il cittadino è sempre più attendo a quello che porta in tavola, quindi premia produzioni di qualità, aziende dalla filiera corta e prodotti di cui ci conosce l’origine, disponibile anche a spendere qualcosa in più – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Agostino Bonomo-. Confortanti anche i numeri che arrivano dalle esportazioni di cibi e bevande il che la dice lunga sulla consapevolezza dei clienti esteri che il vero Made In Italy si produce nelle nostre aziende e non bastano un bollino o un nome ‘evocativo’ per conquistarli. Il settore food si conferma quindi uno dei più dinamici della nostra produzione, un comparto in cui anche Vicenza può dare ancora molto puntando sulle proprie peculiarità culturali e storiche, oltre che territoriali, per raccontare al mondo i nostri prodotti”.

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