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Padova, tre mostre in contemporanea per raccontare l’arte di Donatello

“Donatello svelato. Capolavori a confronto”. Aperte, in contemporanea, tre mostre d’arte che illustrano l’influsso esercitato da Donatello sulla plastica e la scultura di Padova, tra il Quattrocento e il Cinquecento, alla luce dei molti progressi compiuti dagli studi negli ultimi anni.

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Donatello giunse in città nel 1443-44 e vi rimase per un decennio.Nel fare di Padova uno dei centri principali del Rinascimento, caratterizzò il suo stile secondo un naturalismo talora rude, segnato da una componente ancora tardogotica. La sapienza prospettica gli permetteva di risolvere problemi spaziali con pari abilità rispetto alla pittura, mentre dava prova di virtuosismo nel recupero di temi della classicità e,  in particolare, gli aspetti espressionistici e l’horror vacui del Tardoantico.

Museo Diocesano.  La mostra, ospitata nello scenografico Salone dei Vescovi, offre un’occasione storica per ammirare, riuniti per la prima volta, tre grandi Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze (1406-08) – oggetto di una celebre gara con l’antagonista Filippo Brunelleschi raccontata da Giorgio Vasari nelle sue Vite -, quello dei Servi e quello bronzeo della Basilica di Sant’Antonio, a Padova (1443-1449).
Un’opportunità, assolutamente unica e inedita, di osservare da vicino i tre capolavori, leggendo attraverso di essi il percorso compiuto dall’artista dagli anni giovanili alla piena maturità.
Il Crocifisso ligneo di Santa Maria dei Servi in Padova è stato attribuito a Donatello alcuni anni fa da Francesco Caglioti, dell’Università di Napoli, che, sulla scia delle ricerche di Marco Ruffini, ha restituito alla scultura la corretta paternità.

Musei Civici agli Eremitani.  La mostra documenta non solo la personale via nella riproposizione del tema romano della statua equestre, ma anche il capolavoro patavino e il suo lavoro più complesso, l’altare del Santo, di cui vengono esposti i calchi, realizzati dallo scultore Luigi Ceccon, che ci riportano nel pieno del fermento culturale ottocentesco, legato ai lavori di ricomposizione dei bronzi dell’altare, conclusi poi secondo il progetto di Camillo Boito. La lezione di Donatello rivive in uno straordinario percorso. Una elegantissima “Pietà con Angeli e Marie” del maestro e la copia in marmo di uno dei rilievi della base del monumento al Gattamelata; un’inedita Crocifissione bronzea, con intervento, del suo allievo padovano Bellano, e i fondamentali calchi ottocenteschi, con rilievi, dell’altare di S. Antonio, e atre opere: sculture, bronzi, terracotte, prodotte da vari artisti che continuarono e svilupparono la rivoluzione di Donatello a Padova.Testimonianze di altissima qualità, da Bartolomeo Bellano, Andrea Briosco (detto il Riccio)  e Severo da Ravenna.

Palazzo Zuckermann. Sono esposti, alcuni alcuni manufatti, in oro e pietre dure, provenienti dalla Basilica del Santo. Reliquiari di S.Antonio, San Bernardino, S.Sebastiano, S.Crisogono, S. Achilleo, S.Bonaventura, S.Felice, Santa Caterina d’Alessandria, Santa Giustina , del legno della Santa Croce e altri. Un percorso, non solo religioso, ma anche di raffinata manjfattura.

Ulteriori informazioni sul progetto “Donatello a Padova” e tante altre iniziative collaterali, si possono trovare consultando i siti  http://www.museodiocesanopadova.it, http://www.santantonio.org, http://padovacultura.padovanet.it/it/musei