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LE “BOTTEGHE DI MESTIERE” ORAFE APRONO LE PORTE AI GIOVANI

Il progetto vicentino, che prende avvio in sei aziende del settore
coordinate da Confartigianato e Confindustria, realizza in concreto il Programma Amva di Italia Lavoro 

Grazie alla partnership tra sei imprese artigiane e industriali, prende avvio nel Vicentino il progetto orafo “Bottega di Mestiere” approvato e finanziato da Italia Lavoro, organismo di assistenza tecnica del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e attuatore del Programma AMVA per incentivare il contratto di apprendistato, la creazione appunto delle “botteghe” e la creazione di nuova impresa. L’accordo siglato tra le aziende – ovvero F.lli Bovo, Imo, Misis, Microvalle, Orozen e Ronco – nella sede di Confartigianato Vicenza, coordinatrice dell’iniziativa con Confindustria provinciale, era la condizione prevista dal Bando per avviare il progetto, importante perché rivolto ai giovani.

Italia Lavoro intende valorizzare un modello, quello della di Bottega di Mestiere, rappresentato da un’impresa (o da un gruppo di imprese, come in questo caso) operante nei comparti produttivi propri della tradizione italiana che, attraverso l’attivazione di percorsi sperimentali di tirocinio, sia in grado di favorire la trasmissione di competenze specialistiche alle nuove generazioni, rafforzare l’”appeal” dei mestieri tradizionali, assicurare il ricambio generazionale e la nascita di nuova imprenditoria, nonché di stimolare lo sviluppo di reti su base locale. In tal modo, Italia Lavoro vuole sfatare vecchi pregiudizi e fare luce sulla bellezza delle professionalità manuali di alta qualità. Perché è proprio comunicando la bellezza del lavoro artigiano di eccellenza, la sua capacità di regalare soddisfazioni autentiche a chi lo svolge, che i giovani potranno accostarsi a tali professioni. Da parte della categoria orafa, l’attenzione verso l’iniziativa rappresenta un segnale importante di fiducia e di proiezione verso le nuove generazioni, di attenzione alla trasmissione dei saperi attraverso il tutoraggio e di premessa a un possibile inserimento dei giovani come apprendisti.
A fianco delle due associazioni, c’è non solo l’importante ruolo di Italia Lavoro ma anche quello dell’Amministrazione Provinciale per il supporto informativo e operativo relativo alle varie fasi di attuazione del progetto. Come quella del “reclutamento” per reperire candidati, giovani tra i 18 e 29 anni, disoccupati o inoccupati. Gli aspiranti tirocinanti interessati a partecipare alle attività di “Bottega di Mestiere” dovranno far pervenire la propria disponibilità unicamente attraverso il sistema informatico (all’indirizzo www.italialavoro.it/amva.) utilizzando le seguenti finestre temporali: quest’anno dal 4 ottobre (ore 10) fino al 5 novembre (ore 12); il prossimo anno dal 18 marzo (ore 10) al 26 aprile (ore 12) e dal 14 ottobre (ore 10) al 22 novembre (ore 12).
Ciascuna azienda dovrà ospitare almeno un giovane tirocinante per almeno uno dei tre cicli di tirocinio, e assicurare un minimo di 40 ore di formazione (a semestre per ogni tirocinante) per garantire l’acquisizione delle competenze trasversali. La formazione verrà svolta sia internamente sia all’esterno, con incontri tra tutti i tirocinanti avviati nelle diverse aziende.
Artigiani e industriali orafi della provincia, riuniti nel Tavolo Intercategoriale vicentino dei produttori, sono da sempre impegnati in attività rivolte al sostegno e allo sviluppo di competenze tecniche specialistiche all’interno delle filiera dei settori manifatturieri tradizionali, necessarie per mantenere una leadership a livello nazionale e internazionale. Oggi diventa ancor più vitale garantire per il futuro tale patrimonio di competenze, far sì che si generi e sostenga all’interno delle aziende, ma in una logica di rafforzamento dell’intero sistema. Pertanto, futuri progetti di Italia Lavoro avranno la piena attenzione delle categoria orafe locali, e non solo.
Il “saper fare” con le mani, la passione per un lavoro a regola d’arte, la creatività al servizio dell’utilità: la modernizzazione del mercato del lavoro italiano passa anche per l’investimento in questi talenti. Pellettieri, orafi, modellisti, intagliatori, pasticceri, decoratori, restauratori, falegnami, fabbri, sarti, agricoltori (la lista sarebbe lunghissima) e tutti coloro che garantiscono una specializzazione restano fra le risorse più preziose del nostro sistema economico, tanto artigiano quanto industriale. Perché l’abilità manuale è una forma dell’intelligenza: mani che impastano, tagliano, disegnano, scolpiscono, coltivano, rifiniscono, cuciono, sono mani che generano capolavori del Made in Italy assolutamente impossibili alle macchine. E la “manifattura” può tornare a essere motore di nuova occupazione attraverso il recupero di quei valori che hanno sempre rappresentato la spina dorsale dell’economia italiana e che non possono assolutamente scomparire.