VENETO INTERNAZIONALE: EXPORT +1,9% NEL PRIMO SEMESTRE, MA PER IL 2012 PREVISIONI STABILI
Frenano l’economia (Pil stimato -2,1%) e le esportazioni verso i principali partner commerciali
Dal punto di vista merceologico, nei primi sei mesi del 2012 la debole crescita delle esportazioni regionali è stata influenzata dalla decrescita di alcuni importanti comparti. Tra i settori che hanno inciso sull’andamento del fatturato estero si trovano i macchinari, prima voce dell’export veneto, il cui valore a metà anno è sceso a quasi 5 miliardi di euro (-4,9% su base annua). Soffrono anche altri prodotti importanti per l’economia regionale: le altre apparecchiature elettriche, le calzature, i prodotti in gomma o plastica e i filati e tessuti. Alcuni dei principali settori ad alta specializzazione della manifattura veneta hanno invece registrato una crescita seppur lieve dell’export: la metallurgia, la carpenteria metallica, l’occhialeria e l’abbigliamento. «Preoccupa osservare come anche l’export lasci intravedere le prime screpolature rispetto alla tendenza rimasta decisamente positiva anche nel periodo di crisi. Quello che era un baluardo forte per le nostre imprese è oggi meno saldo – sottolinea Carlo Carraro, rettore dell’Università Ca’ Foscari –. È necessario porsi immediatamente il problema di come rilanciare la spinta di internazionalizzazione sia rispetto all’attrattività sui mercati esteri dei nostri prodotti, sia rispetto a quella di attrarre investimenti stranieri. Il Veneto deve dunque saper fare un salto di qualità nelle sue capacità di apertura internazionale, trasformandosi da area di esportazione di beni a territorio aperto a flussi di conoscenze, investimenti e personale sempre più globale. L’Università in questo senso gioca un ruolo fondamentale attraverso la capacità di formare persone qualificate, di attirare talenti e di favorire la circolazione dei saperi e del capitale umano». Nella prima metà del 2012, il principale mercato di riferimento per i beni manifatturieri veneti, sebbene in rallentamento, si conferma l’Unione europea attraendo il 58,1% delle merci, mentre si amplia la quota destinata ai mercati extra-Ue27 col 41,9%. Frena l’export verso i Paesi “motori” delle vendite venete (Germania +1,8% e Francia -1,5%) e altri mercati promettenti (Cina, Hong Kong e India), mentre si sono mantenute dinamiche verso Stati Uniti, Russia, Giappone, Canada, Australia e Arabia Saudita.
ALCUNI DATI 2011
Nel 2011 il Veneto è la seconda regione in Italia sia per fatturato estero sia per numero di operatori all’esportazione (+5,8% rispetto al 2010, portandosi a 29.398 unità). Sul fronte dell’interscambio commerciale dei servizi, il bilancio per il Veneto si è chiuso con 5.628 milioni di entrate (+3% rispetto al 2010), 3.201 milioni di uscite (-6,1%) e un saldo di 2.427 milioni, segnando una delle migliori performance a livello italiano. La forte diminuzione dell’interscambio dei “servizi alle imprese” ha determinato un’espansione della quota della componente “viaggi”. Dopo il grave calo avvenuto nel 2010, gli investimenti diretti netti hanno presentato un andamento in ripresa sia nei flussi in entrata (oltre 3 milioni di euro, il 12,5% del totale italiano) che in quelli in uscita (quasi 3 milioni di euro, il 7,6% sul totale italiano). Gli investimenti cumulati nel quadriennio 2008-2011 hanno evidenziato una situazione migliore per il Veneto, anche se i flussi in entrata rappresentano meno della metà di quelli in uscita. A fine 2011 le imprese multinazionali venete risultano 1.304, pari al 15,3% del totale nazionale. Le imprese estere partecipate sono state quasi 3.700 (il 13,5% di quelle italiane) ed hanno occupato poco meno di 152.300 dipendenti (9,8% del totale nazionale) con un giro d’affari aggregato di circa 25 miliardi di euro (4,2% del totale nazionale). Per quanto riguarda l’internazionalizzazione passiva, alla fine del 2011 le imprese con sede in Veneto partecipate da multinazionali estere risultano 698, contano oltre 47.700 dipendenti e un fatturato aggregato pari a 25,9 miliardi di euro (un contributo al Pil regionale di quasi 4,2 miliardi di euro).