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UNA RICERCA CERVED: RITARDI AI MINIMI E PROTESTI IN FORTE CALO NEL TERZO TRIMESTRE 2014

Il Veneto tra le regioni in cui il fenomeno pesa meno

I dati di Payline – il database di Cerved sulle abitudini di pagamento di 2,5 milioni di imprese – indicano che, in Italia, nel terzo trimestre 2014 si sono accorciati i tempi medi di liquidazione delle fatture e che i ritardi hanno toccato un minimo dall’inizio del 2012. Tra luglio e settembre le imprese monitorate hanno pagato i fornitori in media in 77,5 giorni: si tratta di una leggera riduzione rispetto allo stesso periodo del 2013 (-0,2 giorni) e di un netto calo rispetto a due anni fa, quando i tempi di attesa si attestavano a 81,2 giorni. Fornitori e clienti hanno concordato scadenze in fattura pari a 60 giorni, lo stesso livello del 2013 e due giorni in meno rispetto al terzo trimestre 2012. In ulteriore calo i ritardi, che hanno toccato il livello minimo dall’inizio del 2012: le imprese hanno sforato le scadenze di 17,5 giorni, contro i 17,7 dello stesso periodo del 2013 e i 19,2 del 2012. Ai minimi dall’inizio del 2012 anche la presenza di imprese che hanno accumulato ritardi medi superiori a due mesi, casi che frequentemente sfociano in mancati pagamenti o veri e propri default: tra luglio e settembre 2014 sono il 7,3% di quelle che hanno pagato almeno una fattura nel trimestre (7,5% nel terzo trimestre 2013 e 9,3% rispetto al terzo trimestre 2012). Risulta in leggero calo anche la presenza di imprese puntuali (dal 46,1% dello scorso anno al 45,9%), mentre aumentano le aziende per cui si registrano ritardi entro i due mesi. All’origine della riduzione dei ritardi vi è, da un lato, l’uscita dal mercato dei cattivi pagatori e, dall’altro, la maggiore cautela delle imprese nell’erogazione dei fidi commerciali, soprattutto verso le controparti caratterizzate da un maggior rischio. Un’analisi su circa 100 mila PMI italiane indica infatti che quasi un terzo dei cattivi pagatori del 2012 sono fuori dal mercato o non hanno ricevuto fidi commerciali nel terzo trimestre del 2014, una percentuale più che doppia rispetto a quella ‘normale’ (osservata tra le imprese puntuali e tra quelle che accumulano ritardi fisiologici). È un fenomeno che contribuisce a spiegare il calo dei tempi di pagamento. Rispetto a due anni fa, i pagamenti risultano più rapidi in tutti i macrosettori dell’economia italiana, con un miglioramento particolarmente consistente nell’edilizia. Le società che operano nelle costruzioni hanno infatti liquidato nel terzo trimestre i propri fornitori in media in 88,3 giorni, contro i 96,6 giorni dello stesso periodo del 2012 (e i 90,6 giorni del 2013). La netta riduzione dei tempi di attesa nelle costruzioni è attribuibile a un atteggiamento di maggior cautela da parte dei creditori, che hanno ridotto i fidi, privilegiando le controparti più affidabili, e preteso scadenze in fattura più rigide. Al calo dei tempi hanno infatti contribuito soprattutto i minori termini concordati: 67,2 giorni, 5,5 in meno rispetto a due anni fa e 2,7 giorni in meno rispetto all’anno precedente. I ritardi, pur inferiori rispetto ai livelli del 2012, tornano invece a crescere, attestandosi a 21,1 giorni (20,7 nel 2013), il massimo tra tutti i macrosettori. Torna ad aumentare anche la presenza di società in grave ritardo rispetto alle scadenze, che passa dal 5,9% del terzo trimestre 2013 al 6,3% del terzo trimestre 2014. Nell’industria i tempi di attesa si sono attestati sui livelli dello scorso anno, a 81,1 giorni, 1,5 giorni in meno rispetto al terzo trimestre 2012. Sono tornate ad aumentare le scadenze, che in media sono pari a 68,3 giorni, mentre continuano a ridursi i ritardi, che hanno toccato un minimo di 12,9 giorni tra luglio e settembre. I dati evidenziano che il miglioramento riguarda tutti i settori industriali, con cali particolarmente consistenti negli altri beni di consumo (-12,8 giorni) e nell’hi tech (-6 giorni). Si riduce anche la presenza di imprese in grave ritardo, che si attesta al 6,5%, contro il 6,7% dello scorso anno e l’8% del 2012. Il miglioramento è diffuso a tutta la manifattura, con la sola eccezione delle società che operano nella produzione di beni di largo consumo. I fornitori di imprese del terziario attendono in media 75 giorni per la liquidazione delle proprie fatture, più di quanto osservato lo scorso anno ma 1,6 giorni in meno del livello del 2012. Rispetto allo stesso periodo del 2013, tornano ad aumentare i tempi concordati in scadenza (da 55,2 a 55,7 giorni), che rimangono comunque inferiori ai livelli di due anni fa (57 giorni). Aumentano anche i ritardi medi (da 19 a 19,3 giorni), per le dinamiche osservate nei servizi non finanziari (+1,7 giorni) e nella filiera comunicazione-intrattenimento (+1,2 giorni). Si riduce dall’8% al 7,6% la presenza di imprese in grave ritardo. I tempi di attesa per il pagamento delle fatture si riducono in tutta la Penisola, con la sola eccezione del Nord Est, area in cui le imprese beneficiano di scadenze in fattura meno rigide rispetto allo scorso anno e si confermano le più rapide nel liquidare i pagamenti. Nel terzo trimestre, le imprese del Nord Est hanno infatti pagato in media in 73,2 giorni, contro i 72,6 dello scorso anno (75,2 nel 2012): è l’effetto dell’aumento delle scadenze (da 60,1 a 60,7), mentre i ritardi rimangono ai livelli del 2013 (12,5), i più bassi osservati in tutta la Penisola. Ai minimi anche la presenza di imprese con gravi ritardi, che diminuisce nel corso dell’anno dal 5,7% al 4,9%. Lo stesso andamento lo si riscontra anche in Veneto che resta comunque “primo tra i primi” visto che ha tempi medi più ristretti rispetto al nord est. Nel terzo trimestre le imprese nella nostra regione hanno pagato in media in 71,2 giorni contro i 71,1 dello stesso periodo del 2013 ma soprattutto in netto peggioramento rispetto al secondo trimestre del 2014 (69,3). Un peggioramento, quest’ultimo, dovuto all’aumento dei giorni concordati –passati da 56,1 a 59,1 nei due trimestri, mentre i giorni di ritardo sono scesi da 13,2 del 2 trimestre ai 12,1 del terzo.
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