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NUOVO PIANO CASA:AZZOPPATO DALLA BUROCRAZIA POLITICA IL TENTATIVO DELLA REGIONE DI DARE FIATO ALL’EDILIZIA

08/07/2011NUOVO PIANO CASA:AZZOPPATO DALLA BUROCRAZIA POLITICA IL  TENTATIVO DELLA REGIONE DI DARE FIATO ALL'EDILIZIA"Cinque giorni di "dibattito" in aula sono riusciti a snaturare un provvedimento che era uscito dalla II° Commissione Consiliare quasi perfetto" E' questo il commento di Giuseppe Sbalchiero, presidente della Confartigianato Imprese del Veneto, dopo aver visionato il testo definitivo del nuovo Piano Casa reso disponibile solo stamani. "E' l'ulteriore vittoria – continua il Presidente –   della burocrazia amministrativo-politica sul buonsenso e dell'eccessiva centralizzazione e controllo sulle reali necessità ed esigenze di semplificazione che si aspettano le imprese e la gente"."L'impegno della Regione c'è stato tutto – prosegue Sbalchiero -. Infatti il testo portato in aula conteneva molti elementi di novità, che avrebbero potuto dare immediato slancio a nuove richieste di ristrutturazione e quindi al comparto in particolar modo quello artigiano"."Registriamo invece – gli fa eco Paolo Bassani, Presidente regionale degli Edili – che i "soliti" giochi della politica hanno introdotto una eccessiva discrezionalità ai Comuni, un utilizzo contestabile del silenzio assenso e del silenzio diniego (che va contro la normale certezza del diritto) ed eccessive difficoltà di intervenire nei centri storici, con conseguente carico burocratico che scoraggerà i più. A tutto ciò va poi aggiunto il termine del 30 novembre entro il quale i Comuni potranno pronunciarsi in merito all'applicazione del Piano sul loro territorio. Voglio ricordare che, in fase di attuazione del primo Piano Casa (LR 14/2009), solo il 13% dei 580 Comuni della nostra Regione ha introdotto ulteriori forme di incentivazione mentre, rispetto alla facoltà dei Comuni a deliberare se e con quali limiti applicare la normativa sugli ampliamenti e demolizioni e ricostruzioni, ben il 74% dei Comuni ha introdotto delle limitazioni. Elemento che ha inciso pesantemente sull'effettivo utilizzo dello strumento". "Ora rischiamo seriamente di ripeterci e, quel che è peggio, – conclude Bassani – questa scadenza comporterà la perdita di un anno prima di poter vedere le prime domande trasformarsi in cantiere, con buona pace per le imprese ed i tanti cittadini che quotidianamente ci chiedono come poter intervenire sulle loro proprietà".      "Tuttavia alcune migliorie sono rimaste – conclude Sbalchiero -. Prima ovviamente la proroga per altri due anni del Piano Casa. Poi vanno sottolineti: la sua estensione alle seconde case, agli edifici industriali, artigianali e commerciali per i quali è prevista la possibilità di cambio della destinazione d'uso (pur con le limitazioni prima citate); la possibilità di ampliare i sottotetti ed infine l'aumento delle percentuali di ampliamento legate all'efficienza energetica che può arrivare sino al 45% nel migliore dei casi". "Bene quindi il lavoro della Regione per rientrare nei tempi previsti per la proroga, ma non possiamo nascondere il rammarico di non avere uno strumento veramente incisivo e di forte impatto per l'economia del Veneto".