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MPI e costi dell’energia: bene il credito d’imposta, ma servono misure incisive

Cavion: “Non si possono chiedere altri sacrifici alle imprese. Entro l’autunno la situazione, forniture e costi, va chiarita e affrontata con decisione. Non si può più rinviare sempre. Sono a rischio imprese e lavoro.”

22 agosto 2022

I continui aumenti dei costi dell’energia elettrica e del gas hanno raggiunto livelli inimmaginabili con imprese e famiglie che dichiarano apertamente la loro difficoltà nel sostenere bollette che mai si sarebbero aspettati. Sul lato imprese, quelle artigiane, e le piccole in generale, sono realtà che garantiscono lavoro e occupazione e ora si trovano in grande sofferenza, in una situazione che sembra senza sbocchi positivi. E questo crea non poca preoccupazione per i mesi a venire.

“I nostri imprenditori negli ultimi dieci mesi hanno fatto autentici miracoli per poter continuare le attività – afferma Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza-. Gli impressionanti aumenti del gas e dell’energia elettrica uniti a quelli delle materie prime hanno veramente messo a dura prova gli artigiani. Ogni giorno, ormai da mesi, nostri associati chiamano in Associazione o il nostro consorzio CAEM, che si occupa di forniture energetiche, per sapere a che livello sono arrivati gli aumenti dei prezzi, per cercare di aggiornare i listini dei loro prodotti o servizi. Una situazione mai vista”.

Trovare tariffe del gas o dell’energia elettrica oggettivamente accettabili oggi è impossibile. “Anzi – continua Cavion- al problema costi si aggiunge quello dell’incertezza delle forniture del gas per i mesi invernali. Un giorno viene detto che non ci saranno problemi e il giorno successivo leggiamo sulla stampa che l’ipotesi razionamento non è poi così campata in aria. Difficile fare impresa in questa maniera, siamo veramente stanchi di questa situazione di incertezza che, per mille motivi, e soprattutto per questioni di geopolitica internazionale, ci impone solo di subire aumenti in ogni occasione. Va detto: i piccoli imprenditori non vogliono aumentare i costi dei prodotti e dei servizi, ma se non ritoccano i loro prezzi, rischiano veramente di dover chiudere”.

Continua Cavion: “Stiamo facendo di tutto per migliorare le nostre aziende, efficientandole, riducendo sprechi e riducendo la nostra marginalità all’osso, in più di qualche caso operando in perdita, ma purtroppo ogni giorno sembra che tutto questo non sia abbastanza. Abbiamo apprezzato lo sforzo che il legislatore ha messo in campo in questo lungo periodo di difficoltà, ma dobbiamo nel contempo lamentare l’assoluta insufficienza e inadeguatezza degli aiuti per l’abbattimento dei costi. L’azzeramento degli oneri generali di sistema ai valori odierni della bolletta dell’energia elettrica, praticamente incide per meno del 10% del totale dei costi. É veramente poca cosa. Certo abbiamo un ulteriore aiuto con contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta per i maggiori costi del gas e dell’elettricità sostenuti nel 2022 rispetto a quelli del 2019, ma dobbiamo dire che siamo veramente lontani dal considerarlo un aiuto importante”.

La percentuale del 15% calcolata sui costi della materia energia del 2° trimestre 2022, sempre che nel 1° trimestre 2022 la spesa sia stata superiore del 30% sull’analogo trimestre 2019, è troppo bassa. Anche per il gas una formula analoga prevede il 25% del credito d’imposta da calcolare sui costi della materia gas del 2° trimestre 2022, è decisamente insufficiente.

“Ci aspettavamo almeno un credito d’imposta reale del 50%, ma calcolato su tutto il 2022, e non da applicare per i conteggi al solo periodo primaverile dove i consumi del gas sono in buona parte delle imprese molto bassi. Ribadisco – conclude Cavion- va sempre apprezzato ogni aiuto e sostegno, ma in questo momento abbiamo bisogno di sentire al nostro fianco lo Stato, tangibilmente e con benefici importanti e pesanti. É il momento di fare di più per le nostre imprese. Non vogliamo promesse e impegni per il futuro, sappiamo ne verranno fatte tante in questi mesi, ma i fatti. Certamente guardiamo avanti, ma non vorremmo che poi volgendoci indietro, non trovassimo più il nostro eccellente sistema imprenditoriale. Oggi è il momento di dimostrare realmente che quello che va bene per le piccole imprese e gli artigiani va bene per l’Italia”.