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Al via campagna nazionale anti-abusivismo di Confartigianato

Cavion: “Competenza, professionalità, preparazione delle imprese. No ai lavori e ai servizi raffazzonati, senza qualità e garanzie, degli abusivi”

Comunicato 79 – 13 maggio 2022

È partita in questi giorni la campagna di Confartigianato contro l’abusivismo ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani’. Quello dell’abusivismo è un fenomeno che colpisce anche il vicentino, sebbene in maniera meno ‘pesante’ di altre zone italiane. A Vicenza sono 10.400 i lavoratori indipendenti non regolari (che svolgono lavori artigiani e non) pari al 9,9% sul totale, molto meglio della media italiana assestata al 14,4%. Non solo, la provincia berica è tra le 15 province con quota più bassa di imprese artigiane esposte alla concorrenza sleale del sommerso: 39,5% a fronte di un 39,8% veneto e 45,9% italiano. A livello regionale l’abusivismo ‘vale’ 15,6 miliardi di euro e rappresenta il 10,6% del valore aggiunto regionale. E se si allarga lo sguardo all’Italia l’abusivismo pesa per l’11,3% sul PIL.

Nel vicentino sono 9.114 le imprese artigiane sotto pressione per la concorrenza sleale e l’abusivismo ovvero il 91% delle 10.124 imprese totali nel perimetro preso in esame. A subire la pressione maggiore sono le imprese dell’acconciatura ed estetica (2.155); settore dell’edilizia (1.732), impiantisti/elettricisti (1.079), autoriparazione (1.063), pittori edili (1.044), idraulici (968), riparazione di beni personali e per la casa (445), cura del verde (317), comunicazione (171), tassisti (136), traslochi (4).

“La nostra è una tolleranza zero nei confronti dell’abusivismo. Più volte abbiamo richiamato l’attenzione sul tema che colpisce non solo le imprese ma la comunità tutta – spiega Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza-. A pagare le conseguenze di questa forma illecita di impresa sono in prima battuta soprattutto i consumatori che si mettono nelle mani di operatori improvvisati. Tra le categorie più colpite rimangono quelle legate al benessere, non a caso nel corso della pandemia abbiamo più volte invitato i consumatori a rivolgersi sono a saloni e centri estetici regolari perché solo lì è garantito un servizio all’altezza grazie a personale qualificato e opportunamente preparato. C’è da chiedersi se vale davvero la pena di rischiare la propria sicurezza per pochi euro, per esempio affidando manutenzione e revisione della propria auto, o la realizzazione degli impianti di casa, o la sistemazione del giardino, rivolgendosi a maestranze dal sapere improvvisato e che non forniscono alcun tipo di garanzia sul lavoro svolto. La caccia al risparmio non è certo questa anche perché spesso, a fronte di un lavoro mal fatto, ci si deve poi rivolgere a veri professionisti”.

Cavion ricorda anche che il costo dell’opera di un imprenditore in regola assorbe voci che vanno a garanzia proprio del consumatore: corsi per la sicurezza, corsi di aggiornamento professionale, conoscenza delle norme e loro applicazione, corretta gestione dei preventivi e dei compensi. “Chi opera abusivamente fa un danno, meno visibile ma non per questo meno grave, anche nei confronti della comunità: non versando tasse e contributi dovuti impoverisce le casse dello Stato e se i conti devono tornare qualcun altro dovrà pagare – continua Cavion-. C’è poi un tema morale legato all’abusivismo che interessa la sostenibilità (che tipo di materiali sono usati? Come vengono smaltiti gli scarti e i rifiuti?) e la sicurezza dei lavoratori”.

“A fare le spese dell’abusivismo alla fine sono le imprese che, per i motivi sopraddetti, non possono reggere questo tipo di concorrenza. Per questo Confartigianato è da sempre disponibile a raccoglie le segnalazioni degli imprenditori, in forma anonima, avviando poi con le autorità competenti sopralluoghi e verifiche affinché vengano adottati gli adeguati interventi del caso”, conclude Cavion.