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ACCESSO AL CREDITO: CALA L’EMERGENZA GRAZIE ALL’INTERVENTO DEI CONFIDI

21/12/2009ACCESSO AL CREDITO: CALA L'EMERGENZA GRAZIE ALL'INTERVENTO DEI  CONFIDI Un po' più di un' azienda su quattro sostiene che oggi è più difficile, o addirittura impossibile, ottenere credito dalle banche. Ma una percentuale analoga dice che non è cambiato nulla, che le difficoltà non sono aumentate. Più di quattro su dieci, infine, non hanno chiesto credito, quindi non sono interessate all'argomento. Il "focus sulla crisi" realizzato in concomitanza dell'indagine congiunturale della Confartigianato del Veneto sulle piccole e micro imprese della regione, con riferimento al rapporto con le banche, fotografa una situazione che solo in parte coincide con gli stereotipi secondo i quali, in questo periodo, ottenere credito dagli istituti è difficilissimo se non impossibile: "In base ai nostri sondaggi -spiega il presidente della Confartigianato del Veneto, Claudio Miotto – l'impossibilità di accedere al credito riguarda l'8,3% degli intervistati: si tratta di una percentuale certamente elevata, soprattutto se si somma con quel 20,4% che denuncia maggiori difficoltà rispetto al passato. Ma il 27,8% degli intervistati dice anche che non ha registrato cambiamenti, mentre il 43,5% non ha chiesto credito, quindi non ha opinioni precise in materia. Si tratta di dati che fanno riflettere, e che probabilmente indicano una strada da percorrere, soprattutto se letti assieme a quelli che provengono dal nostro consorzio regionale fidi".Stando ai dati, pur provvisori, che arrivano dagli organismi per il credito della Confartigianato, le maggiori difficoltà dei accesso al credito sono reali: mentre prima della crisi le banche respingevano una percentuale di pratiche presentate tramite i Confidi inferiore al 5%, ora siamo tra i 7 e gli 8 punti percentuali di rifiuti. A questo va aggiunto che sono maggiori, per le strutture di garanzia del credito, le difficoltà a definire gli accordi operativi con le banche; e senza convenzioni, l'attività si arena. Questa difficoltà, peraltro, si registra soprattutto nei rapporti con le grandi banche, non con gli istituti del territorio. Ma i dati dei consorzi fidi parlano anche di un forte aumento degli importi deliberati: si va da circa 34 punti percentuali del primo semestre a oltre 20 nella seconda parte dell' anno: L'incremento dei rifiuti delle pratiche, quindi, si spalma su una quantità di domande decisamente crescente. Il totale del credito erogato alle aziende,  insomma, a fine anno dovrebbe risultare in aumento, non in calo."Se guardiamo a questo complesso di dati, certo non ne emerge un giudizio assolutorio sul mondo del credito -commenta Miotto- Ma ci pare di poter dire che pur nelle mutate condizioni dell'economia è possibile dare risposte alle imprese, almeno alla maggior parte, tramite il ruolo sempre maggiore dei consorzi fidi. Sono le stesse banche, con frequenza crescente, ad indirizzare gli imprenditori verso le strutture di credito garantito che hanno risposto all'appello assumendosi la responsabilità di supportare le imprese associate. E' per questo che per proseguire in questo insostituibile ruolo, soprattutto in prospettiva di una successiva fase di crescita economica, è necessario che la Regione Veneto attivi tutti gli strumenti necessari a favorire il loro consolidamento patrimoniale"."Ciò non vuol dire, comunque, che siamo alla fine del ciclo negativo; a dirci che le difficoltà restano gravi è proprio quel 43% di aziende che non si rivolge al credito, cioè non investe, resta alla finestra. In una realtà come la nostra, abbastanza sottocapitalizzata, questo dato non può che essere interpretato negativamente".