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VENETO LAVORO: BOOM DI ASSUNZIONI A MAGGIO

Il Jobs Act e le decontribuzioni per tre anni per chi assume a tempo indeterminato danno la spinta alle assunzioni in Veneto. I dati pubblicati da Veneto Lavoro, l’ente strumentale della Regione Veneto, indicano che prosegue «ad un ritmo assai elevato» la crescita delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato. A maggio 2015 le assunzioni con contratto a tempo indeterminato in Veneto sono oltre 10 mila 500 contro meno di 7 mila a maggio 2014: l’incremento è del 57% in dodici mesi. Cresce anche il numero di trasformazioni di contratti di altra tipologia in tempo indeterminato (+30%) e crescono in misura minore anche le cessazioni (+14%). A conti fatti il saldo è positivo: 2 mila 268 contratti a tempo indeterminato in più in un anno. Nel maggio 2014 invece il saldo registrato era negativo per 886 unità. Facendo la somma dei primi cinque mesi dell’anno, da gennaio a maggio 2015, il saldo è di quasi 20 mila unità, mentre nello stesso periodo del 2014 era risultato pari a soli mille posizioni di lavoro a tempo indeterminato in più. Si tratta, afferma Veneto Lavoro, di «un cambiamento quantitativamente rilevante nell’orientamento della domanda di lavoro».  
 
Frenano apprendistato e collaborazioni a progetto A fronte dell’aumento importante di assunzioni a tempo indeterminato, le altre tipologie di rapporto di lavoro crescono meno o calano. Le assunzioni a tempo determinato sono in leggera crescita (+5% a maggio; +2% nell’intero periodo gennaio-maggio). Avanzano con forza, invece, le proroghe dei contratti a termine: +25% a maggio, +37% nei cinque mesi osservati.
L’apprendistato non decolla, e vede una riduzione dei contratti del 6% maggio e del 9% nel periodo da gennaio a maggio. Cala anche il lavoro intermittente (-6% a maggio). Anche il ricorso a contratti parasubordinati (per esempio i co.co.co.) si riduce del 32% a maggio e del 41% nel dettaglio per le collaborazioni a progetto. Tirocini, lavori socialmente utili e borse di studio e lavoro vanno invece a gonfie vele: aumentano del 9% a maggio, del 17% nei primi cinque mesi dell’anno. Nuovi assunti fissi: il 62% sono “stabilizzati” Dai dati che vanno da gennaio ad aprile 2015, emerge come i nuovi accessi al tempo indeterminato si spiegano per il 34% con trasformazioni di rapporti di lavoro che prima erano precari, senza soluzione di continuità. In un altro 28% dei casi, l’ultimo precedente rapporto di lavoro era stato intrattenuto presso la medesima impresa, con soluzione di continuità ma concluso in genere a non molta distanza temporale dall’assunzione. Sommando i due dati, dunque, emerge come nel 62% dei casi i lavoratori assunti a tempo indeterminato sono “stabilizzati” dall’azienda con cui avevano già lavorato in passato.