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PATTO PER LA PRODUTTIVITÀ

La consacrazione della contrattazione territoriale nata da una intuizione tutta veneta

di Giuseppe Sbalchiero

Quando dodici anni fa, era il 2000, in qualità di delegato di Confartigianato Nazionale alle Relazioni Sindacali diedi disdetta degli accordi del ’93 prefigurando una nuova architettura della contrattazione che, abbandonando il centralismo, privilegiasse quella territoriale, fui accusato di essere nel migliore dei casi un visionario se non un “ marziano”.
Oggi, all’indomani della storica firma del “Patto per la Produttività” che punta moltissimo sul secondo livello di contrattazione, mi rendo conto che, di fatto, il Governo legittima la nostra “visione” nata qui in Veneto e perseguita con determinazione in tutti questi anni.
Nell’accordo viene affermata infatti, per la prima volta in maniera estremamente netta, la centralità della contrattazione collettiva di secondo livello, adeguatamente incentivata da norme fiscali e contributive di vantaggio per accrescere la produttività, migliorare l’organizzazione del lavoro e le relazioni di lavoro, e si pongono sullo stesso piano il livello di contrattazione aziendale e quello territoriale. In questo senso, l’intesa è in piena linea di continuità con l’innovativo modello contrattuale dell’artigianato, che è stato il primo a riconoscere al secondo livello territoriale la pari cogenza con quello nazionale.
Dodici anni sono molti. E segnano quanta lungimiranza ci sia stata nelle relazioni sindacali dell’artigianato veneto –che non a caso dieci anni prima della disdetta progettava e realizzava uno strumento straordinario quale l’Ente Bilaterale dell’Artigianato Veneto EBAV -. Ma le cose hanno funzionato talmente bene ed hanno dato tali risultati per le aziende e i loro dipendenti che tutti hanno capito che forse valeva la pena modificare –io preferisco modernizzare- il sistema contrattuale.
Ancora una volta la nostra regione ha fatto da apripista in materia di relazioni sindacali ed è per questo che, raggiunto un obiettivo, rilancia subito la palla. Nel DPCM del Governo, a nostro avviso, andranno chiariti alcuni passaggi come ad esempio il trattamento fiscale e contributivo di eventuali incrementi salariali negoziati a livello regionale. Alcuni contratti regionali ad esempio, stanno attendendo tali chiarimenti per poter procedere: alimentazione, acconciatura ed estetica solo per citarne alcuni.
L’accordo infine segna un passo importante, ma non esaurisce gli interventi necessari alla crescita. Noi abbiamo fatto la nostra parte, come ci era stato chiesto, ora tocca al Governo rimuovere i tanti ostacoli allo sviluppo affinché si possa uscire dalle secche della recessione e tutto il Paese possa recuperare competitività.