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PAOLO FAGHERAZZI E DANIELE PARISOTTO, RISPETTIVAMENTE PRESIDENTE EDILI E INSTALLATORI DI IMPIANTI DI CONFARTIGIANATO DEL VENETO: “RISCHIO RITORNO DEL “NERO” E TRACOLLO SETTORE

04/12/2008PAOLO FAGHERAZZI E DANIELE PARISOTTO, RISPETTIVAMENTE PRESIDENTE EDILI E INSTALLATORI DI IMPIANTI DI CONFARTIGIANATO DEL VENETO: "RISCHIO RITORNO DEL "NERO" E TRACOLLO SETTOREDura presa di posizione di Paolo Fagherazzi e Daniele Parisotto, rispettivamente Presidente Edili e Installatori di Impianti di Confartigianato del Veneto sulla decisione del Governo di tagliare gli incentivi per la realizzazione di interventi di risparmio energetico.  "Avrà come primo effetto quello di ''un ritorno delle opere fatte in "nero" -dichiarano all'unisono- rischiando di andare a vanificare gli sforzi che il nostro mondo ha compiuto sino ad oggi per tutelare le molte aziende regolai riducendo progressivamente l'area di chi lavorava senza emettere fattura e soprattutto con meno attenzione alla sicurezza. Un percorso che ha portato grandi risultati sia in termini di regolarità che soprattutto di calo degli infortuni come certificato nell'ultimo rapporto INAIL sul fenomeno". Inoltre -proseguono Fagherazzi e Parisotto-, il settore edile è dall'inizio del 2008 il "grande malato" dell'artigianato Veneto e questo miope provvedimento non farà altro che accelerarne la crisi. In soli sette anni -ricordano i due Presidenti- abbiamo visto consolidarsi oltre 15mila nuove imprese (oggi abbiamo in regione quasi 60mila ditte edili artigiane!). Un dinamismo straordinario che ha portato ricchezza, posti di lavoro (sono quasi 180mila gli addetti del comparto) e soprattutto ha compensato il calo registrato nei servizi e nel manifatturiero artigiani. L'anno però si è aperto all'insegna della recessione: nessuna crescita di imprese e soprattutto un calo di 4 punti percentuali (circa 2mila persone!) nell'occupazione dipendente. Numeri che rischiano di divenire ridicoli rispetto a quello che potrebbe succedere il prossimo anno se non si bloccherà la riforma del bonus fiscale". "D'altro canto -proseguono Fagherazzi e Parisotto- non avendo più la certezza dei benefici fiscali legati alla scelta di investire su opere di risparmi energetico, i committenti saranno più inclini a lasciar perdere questo tipo di lavori, vanificando così una crescente attenzione alla bioedilizia, risparmio energetico e fonti rinnovabili che assieme avevano galvanizzato la manutenzione ed il rinnovo rispetto alle nuove costruzioni, relegando queste ultime al 39 per cento del valore totale della produzione edile regionale nel 2007. Un valore che era di quasi 45% solo due anni prima".