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LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO DEL VENETO PER AFFRONTARE LA CRISI

02/12/2008LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO DEL VENETO PER AFFRONTARE LA CRISI Incrementare straordinariamente di 20 milioni il fondo regionale destinato ad agevolare l'accesso al credito delle imprese attraverso l'abbattimento dei tassi di interesse; "spalmare" nell'arco di 12 mesi la tredicesima dei dipendenti, per dare maggiore liquidità alle famiglie;  invertire l'onere della prova ai fini dell'accertamento e attribuire validità di presunzione semplice agli indicatori di normalità economica sugli studi di settore; prevedere l'ammortamento anticipato per gli investimenti in beni strumentali: sono queste le quattro proposte del presidente della Confartigianato del Veneto, e neo vice presidente nazionale della Confederazione, Claudio Miotto, per contribuire ad uscire dalla crisi economica: "Le nostre proposte si aggiungono alle altre che abbiamo avanzato in queste settimane – spiega Miotto- Ovviamente, non risolvono il problema, ma hanno tre aspetti certamente positivi. Il primo è che contribuiscono  a dare liquidità sia alle imprese che alle famiglie; il secondo che costano pochissimo, quasi nulla alle casse pubbliche. Il terzo, che possono dare risultati immediati. Perciò speriamo che trovino il necessario consenso".Venti milioni ai consorzi fidiLa regione ha già destinato 11 milioni ai fondi di garanzia dei Confidi, per portare dal 50 al 70 per cento la cogaranzia sugli affidamenti erogati dalle banche. In questo modo però si rende più agevole "solo" l'accesso al credito senza intervenire sul suo costo. La crisi finanziaria ha però indotto gli istituti di credito a mantenere "alti" i tassi di interesse anche a fronte di un Euribor in calo facendo lievitare di conseguenza lo spread, in media dall'1,5 al 2,5%. Un punto percentuale "pesante" a favore delle banche, che vale, ad esempio, oltre 10milioni di euro solo sui finanziamenti garantiti lo scorso anno dal sistema dei Confidi della Confartigianato regionale. Lo stanziamento aggiuntivo regionale di 20 milioni di euro che proponiamo, interverrebbe proprio nell'abbassare il tasso di interesse e quindi i costi, portando un effettivo beneficio alle imprese.Da non trascurare che lo strumento ipotizzato, una volta cessata l'emergenza, prevede che la somma stanziata possa tornare a disposizione della Regione.L'erogazione della tredicesima in quote mensiliL'idea è semplice ed è rivolta ai dipendenti del settore artigiano che volessero aderirvi ovviamente in maniera volontaria: a ciascuno andrebbe erogata anticipatamente in busta paga, per ogni mese del 2009, una quota pari ad un dodicesimo della tredicesima. Ciò accrescerebbe la liquidità familiare mensile nei mesi in cui la crisi è destinata a mordere di più; l'aggravio di costi per le imprese, che si troverebbero a versare ogni mese, sia come elemento retributivo come oneri previdenziali, una parte di quanto normalmente verserebbero soltanto a dicembre, potrebbe essere compensata chiedendo al Governo (che otterrebbe un anticipo del versamento fiscale altrimenti dovuto in forma cumulata  a gennaio 2010) un provvedimento straordinario per l'abbassamento del trattamento fiscale della tredicesima. Magari attraverso una  equiparazione agli straordinari.Studi di settoreLe nostre azioni sindacali svolte nei confronti della tematica studi di settore, dipendono in gran parte dalla situazione economica particolare che stiamo attraversando. Le prospettive future dell'economia fanno intravedere una situazione pesante soprattutto per il prossimo anno. In un primo momento, la nostra attenzione si è concentrata verso due filoni principali:la tutela delle aziende dagli accertamenti automatici, evitando in una fase di difficile in termini di liquidità un ulteriore appesantimento per le impresecreare una applicazione degli studi per il 2008-2009 in modo tale che si sia in grado di considerare la crisiAlla luce di ciò la FRAV in linea con le Province ha ritenuto opportuno sostenere l'azione del congelamento degli studi di settore, o meglio degli accertamenti, individuando nello studio di settore solo uno strumento di orientamento. Ciò può essere raggiunto, a nostro avviso con l'introduzione di adeguati correttivi congiunturali che abbiano la capacità di tenere conto di alcune variabili strategiche quali aumenti dei costi delle materie prime o dell'energia elettrica o diminuzione dei ricavi. Questa nostra attività sindacale ha favorito, grazie anche a una interpellanza parlamentare, nell'articolo 8 del Decreto Legge anti-crisi, il rilancio del ruolo dell'Osservatorio Regionale sugli Studi di Settore, dando la possibilità di avvalersi di nuovi strumenti tecnici di supporto per la raccolta dei dati quali ad esempio le CCIAA. Operativamente la raccolta dei dati avverrà attraverso un questionario, messo on line dalla SOSE, con il quale verranno chiesti una serie di elementi indicativi ai soggetti che applicano gli studi di settore. Il DL ci soddisfa solo parzialmente. Ora è necessario iniziare a lavorare sulla effettiva revisione degli studi, affinché il Veneto venga preso come Laboratorio coinvolgendo, come richiesto, L'Osservatorio Regionale, per la determinazione dei correttivi congiunturali. Lavoreremo inoltre forti della raccolta firme in atto, nel termine dei 60 giorni previsti, per elaborare un emendamento con l'obiettivo di chiedere due punti che riteniamo decisivi per le nostre imprese:1.     l'inversione dell'onere della prova2.     il mantenimento della natura di presunzione semplice degli indicatori di normalità economica, e la loro applicazione deve essere supportata da ulteriori elementi di prova da parte dell'ufficio accertatore.Reintroduzione degli ammortamenti anticipatiA decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007 è stata eliminata, per tutti i beni, la possibilità di dedurre l'ammortamento anticipato (primi tre anni di vita). La durata minima dei contratti di locazione finanziaria stipulati dal 1° gennaio 2008 viene fissata nei due terzi del periodo di ammortamento dei beni, con nuovi limiti per gli immobili.A tal proposito chiediamo la reintroduzione dell'ammortamento anticipato ma neutrale ai fini del calcolo degli studi di settore. Ciò significa rendere inefficace l'incidenza del costo degli ammortamenti anticipati nelle funzione di ricavo a fini studi di settore.I numeri della crisi"Questa crisi è particolarmente grave per l'artigianato della nostra regione, perché si aggiunge ad una situazione di difficoltà che già le nostre imprese vivevano -spiega Miotto- Perciò siamo particolarmente attenti alla liquidità. Basti pensare che per la prima volta nell'ultimo decennio abbiamo un saldo negativo di quasi 1.000 imprese artigiane a settembre 2008 e soprattutto, dopo un 2007 che aveva visto una crescita occupazionale interessante, il primo semestre dell'anno si è mangiato tutto il progresso attestandosi ad un -1,3% pari a circa 3mila dipendenti in meno in gran parte espulsi dall'edilizia. (-4%).I numeri dell'artigianato venetoLe proposte anticrisi di Confartigianato del Veneto