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LAUDIO MIOTTO (CONFARTIGIANATO) SU FEDERALISMO E COMPETITIVITÀ: “LA REGIONE NON RINUNCI AL SUO RUOLO DI FATTORE COMPETITIVO ED IMITI LA LOMBARDIA INVESTENDO SULLE SUE IMPRESE”

13/01/2011CLAUDIO MIOTTO (CONFARTIGIANATO) SU FEDERALISMO E COMPETITIVITÀ: "LA REGIONE NON RINUNCI AL SUO RUOLO DI FATTORE COMPETITIVO ED IMITI LA LOMBARDIA INVESTENDO SULLE SUE IMPRESE"  "Nonostante il periodo economico particolarmente difficile ed i pesanti tagli nei trasferimenti nazionali esistono, in Italia, Regioni che hanno deciso di investire nel proprio tessuto economico e nello sviluppo delle imprese, come la vicina Lombardia". E' quanto afferma Claudio Miotto, Presidente di Confartigianato del Veneto che spiega: "In quella regione scelte a nostro avviso oculate stanno portando le imprese a essere nel prossimo futuro, più competitive delle nostre. E questo, in un mercato globale, è molto pericoloso. Il ruolo delle Regioni, oggi, è sempre più un ruolo di fattore competitivo economico. Per questa ragione temiamo che la scelta di non destinare risorse alle imprese, ci porti ad essere penalizzati in termini competitivi. Il processo di riforma federalista nazionale in atto, porta in dote una competizione tra regioni e regimi economici regionali in uno scenario di competitività globale. E' per questo che chiediamo alla Regione del Veneto di ripensare la strategia e ritornare ad  investire sul futuro dell'economia veneta".In un sistema federalistico, tagliare in bilancio regionale le risorse per il sistema economico, significa di fatto limitare la capacità competitiva del sistema impresa regionale in particolare rispetto ad altre regioni che stanno facendo scelte diverse."La situazione attuale -prosegue Miotto- ci vede sostenere alcuni punti forti: no al reinserimento dell'addizionale IRPEF, si al ripristino del Fondo Unico per le iniziative di sviluppo economico. Ed in questa richiesta ci sostiene il confronto dei numeri inseriti nei bilanci di previsione 2011 di Veneto e Lombardia". "La Lombardia, è una regione che ha un bilancio di 25 miliardi di euro, rispetto i 16 miliardi della nostra regione. Ha entrate Irap per quasi 9 miliardi, 3 invece i miliardi del veneto, ed entrate da addizionale regionale per 1,7 miliardi rispetto ai 500 milioni del veneto. Ebbene a fronte di tali numeri la Lombardia tra le priorità del bilancio ha destinato 133 milioni di euro all'area economica, a cui si aggiungeranno circa 300 milioni di euro che saranno immessi nel sistema da Finlombarda (la loro Veneto Sviluppo). Inoltre per quanto riguarda il sostegno alle imprese, si proseguirà con una pluralità di interventi già finanziati gli anni scorsi su fondi di rotazione a supporto dell'internazionalizzazione. Sono previsti inoltre specifiche risorse destinate alle politiche di sostegno al credito, con particolare attenzione all'artigianato e agli investimenti destinati allo sviluppo tecnologico ed alla ricerca"."In Veneto -conclude Miotto- le scelte sono diverse. Nonostante le notevoli entrate, simili a quelle lombarde se parametrizzate sulla diversa dimensione delle rispettive basi imponibili, sono stati destinati poco più di 10 milioni di euro per l'area economica, affossando di fatto il sistema del credito regionale, con un palliativo di 35 milioni di euro a Veneto Sviluppo, ponendo di fatto in competizione il sistema finanziario Regionale con quello dei Consorzi Fidi. Una penalizzazione delle imprese, in modo particolare quelle di piccole dimensioni, che non condividiamo anche perché non offrendo loro la possibilità di crescere ci si preclude un futuro aumento delle entrate fiscali della Regione". Ecco perché proponiamo per le scelte di politica economica di prendere a modello di riferimento la Lombardia e non il Piemonte che per altro ha la pressione fiscale tra le più alte del Paese (circa il 4,7% del Pil), rispetto a quella di Veneto e Lombardia che anche in questo si assomigliano con rispettivamente il 3,6% ed il 4%.