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IL TAVOLO REGIONALE DI CONCERTAZIONE SISTEMA MODA DEL VENETO, SCRIVE A ZAIA: “UNIAMO LE FORZE A BRUXELLES PER DIFENDERE IL MADE IN”

Michele Bocchese, Presidente Raggruppamento Regionale Industria Sistema Moda Confindustria Veneto, Giuliano Secco, Delegato Federazione Moda Confartigianato Imprese Veneto, Rosanna Toniazzo, Federmoda Cna del Veneto e Maurizio Franceschi di Confesercenti del Veneto hanno perso carta e penna ed hanno scritto al Governatore del Veneto Luca Zaia chiedendo un incontro urgente. Sul tavolo la richiesta di collaborare di più a livello europeo per ottenere i risultati sperati in materia di made in. Una priorità alla luce anche degli eventi che hanno portato alla recente approvazione del regolamento europeo 1007/2011 (denominazioni e etichettatura delle fibre tessili), dove le determinazioni adottate a grande maggioranza dal parlamento europeo sono state di fatto ignorate se non prevedendo un’ipotesi futura di revisione e di integrazione, che la Commissione si è riservata di proporre, affidandone tuttavia l’incarico ad una società di consulenza londinese, Matrix, anziché, come sarebbe apparso più logico, alle associazioni delle imprese e dei consumatori che un maggiore titolo avrebbero potuto vantare nel formulare una proposta di reciproco interesse.

Egregio Presidente,
ci rivolgiamo a lei in rappresentanza del Tavolo Regionale di Concertazione Sistema Moda del Veneto, unica esperienza nazionale che vede coinvolte le Sezioni Moda di Confindustria Veneto, Confartigianato Imprese Veneto, CNA Veneto, Confcommercio Veneto e Confesercenti Veneto. Assieme rappresentiamo un manifatturiero regionale che a propria volta costituisce una delle più eccellenti espressioni del manifatturiero nazionale, sia in termini di qualità che di quantità.
Oggi, il settore Moda Veneto conta ancora 23 mila imprese (5 mila industriali, 7 mila artigiane e circa 11 mila commerciali) e occupa circa 75 mila addetti, con una forte presenza di occupazione femminile.
Il nostro patrimonio fatto di creatività, qualità e design, è a forte rischio poichè l’impoverimento della filiera si sta traducendo nella progressiva perdita di questo formidabile know how che ancora oggi tutto il mondo ci riconosce e ci invidia.
Siamo convinti che se vogliamo tornare a creare ricchezza nel nostro Paese dobbiamo tornare a mettere il settore manifatturiero al centro delle politiche di sviluppo europeo. Per anni abbiamo coltivato l’illusione che spostare l’attività manifatturiera tradizionale fuori dall’Italia sarebbe servito per garantire il potere d’acquisto del consumatore europeo.
Purtroppo il risultato è stato quello di un aumento esponenziale della disoccupazione e di conseguenza la scomparsa di una buona fetta dei redditi con capacità d’acquisto.
In questa prospettiva riteniamo di grandissima importanza il supporto delle nostre Istituzioni e del governo di una regione ad altissima vocazione manifatturiera, come il Veneto, per sensibilizzare la Comunità Europea sulla necessità di guardare con occhi più benevoli alle nostre imprese, alla loro competitività e capacità di sopravvivere, nel mercato globale.
Sono temi che impattano sui programmi di sviluppo industriale e sui finanziamenti che la Comunità Europea vi dedica, a nostro giudizio oggi troppo squilibrati sui settori tecnologici e spesso dimentichi del ruolo importante delle manifatture tradizionali, oggi fortemente condizionate da regole commerciali asimmetriche e non rispettose del principio di reciprocità.
A dimostrazione di ciò gli eventi che hanno portato alla recente approvazione del regolamento europeo 1007/2011, dove le determinazioni adottate a grande maggioranza dal parlamento europeo sono state di fatto ignorate se non prevedendo un’ipotesi futura di revisione e di integrazione, che la Commissione si è riservata di proporre, affidandone tuttavia l’incarico ad una società di consulenza londinese, Matrix, anziché, come sarebbe apparso più logico, alle associazioni delle imprese e dei consumatori che un maggiore titolo avrebbero potuto vantare nel formulare una proposta di reciproco interesse.
Partendo dalla nostra regione e trovando con il vostro aiuto delle utili alleanze pensiamo sia possibile ancora fare qualcosa di utile, alle nostre imprese e al benessere delle nostre Comunità. Con questo obiettivo ci piacerebbe poterla incontrare, per valutare assieme un percorso da fare assieme e che si possa avvantaggiare della consolidata esperienza che la nostra regione ed i propri uffici vantano a Bruxelles.
Ringraziandola per l’attenzione e fiduciosi in un tempestivo riscontro, la salutiamo cordialmente.