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ENERGIA: nel secondo trimestre i consumi di elettricità rilevati dal CAEM (Confartigianato) segnano un +26,3% rispetto allo stesso periodo del 2020, ma sul 2019 segnano ancora il passo con un -2,4

Cavion: “Guardiamo con fiducia al futuro per intercettare appieno la ripresa. La produzione, pur in difficoltà per i costi delle materie prime, vede già primi consolidamenti mentre altri settori sono ancora indietro”.

Comunicato 136 – 6 ottobre 2021

Che la ripresa sia un dato di fatto, perlomeno rispetto al 2020, è sotto gli occhi di tutti, ma si può parlare di una reale ripresa economica tenendo come riferimento i dati del primo anno di COVID? Oppure si devono confrontare dati e informazione di oggi e quindi del 2021 rispetto a quelli pre pandemici? È proprio sulla base di questa considerazione che il consueto Osservatorio trimestrale sui consumi di energia elettrica del CAEM, il Consorzio di riferimento per Confartigianato Vicenza per le forniture di energia elettrica e gas, con dati reali e riferiti soprattutto alle piccole imprese, rileva che non sono ancora stati recuperati i livelli di consumi di energia elettrica pre-pandemia.

I dati rilevati dai consumi effettivi di energia elettrica analizzati su un campione di 4438 imprese evidenziano nel secondo trimestre 2021 un calo del -2,4% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2019. 

“Come era prevedibile – commenta Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza -, nel secondo trimestre 2021 è stato riscontrato dall’Osservatorio del CAEM un forte incremento tendenziale dei consumi di energia elettrica con un +26,3% rispetto al secondo trimestre 2020. In effetti, ci aspettavamo un risultato positivo dei consumi elettrici anche perché nel periodo marzo-giugno 2020, con il lockdown, molte imprese avevano momentaneamente sospeso la loro attività. Prendiamo invece atto che i livelli di consumo pre-pandemici, anche per questo secondo trimestre, non sono stati raggiunti, e si aggiungono al -2,3% di consumi di energia del primo trimestre 2021 rispetto a quello del 2019”. 

“Purtroppo – prende atto Cavion – siamo ancora in sofferenza in alcuni settori come l’abbigliamento e i servizi: meno energia equivale a meno lavoro, cui aggiungiamo il problema del forte aumento del costo delle materie prime, incluso quello spropositato dell’energia elettrica stessa che negli ultimi 9 mesi ha visto aumentare il PUN – riferito alla borsa elettrica del 155%”. 

Nel secondo trimestre 2021 l’Osservatorio CAEM rileva il trend positivo dei consumi di energia elettrica di tutti i settori economici, come altrettanto tutti erano stati coinvolti dalla forte contrazione registrata nel secondo trimestre dello scorso anno. Trend positivo generalizzato, che però evidenzia che solo il settore della produzione ha recuperato i livelli di consumi elettrici pre-pandemia, segnando un +1,9% rispetto al secondo trimestre 2019. 

“È chiaro che siamo in un anno ancora particolare – continua Cavion -, non dimentichiamo che siamo ancora in emergenza COVID, ma cerchiamo di guardare con fiducia al futuro e, nel caso specifico dell’energia elettrica ma anche del gas, auspichiamo interventi strutturali sulla composizione della bolletta soprattutto per quanto riguarda gli oneri generali di sistema che pesano troppo sui costi complessivi. Ormai il costo reale dell’elettricità equivale al 40% della bolletta, tutto il resto si giustifica in parte e merita una revisione. Al momento – conclude – cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno, apprezzando comunque i dati del 2° trimestre 2021 rispetto a quelli del 2020, ma riservando attenzione anche quelli del 2019”.

Gli andamenti rilevati per settore dall’Osservatorio sono i seguenti: alimentazione (+11,5% ma sul 2019 -5,0%); ceramica e vetro (+40,1% ma sul 2019 -3,3%); metalli preziosi (+52,0% ma sul 2019 -9,3%); odontotecnici (+41,9% ma sul 2019 -2,9%); estetica e acconciatori (+57,9% ma sul 2019 -16,8%); arti sanitarie (+13,0% ma sul 2019 -21,4%); edili (+21,1% ma sul 2019 -4,7%); comunicazione (+33,3% ma sul 2019 -5,8%); legno e arredo (+40,6% ma sul 2019 -2,0%); carrozzerie (+21,4% ma sul 2019 -1,3%); autofficine e affini (+13,1% ma sul 2019 -8%); trasporto (+22,0% ma sul 2019 -4,2%); pulisecco (+18,8% ma sul 2019 -14,6%); abbigliamento (+31,3% ma sul 2019 -12,0%); platica (+27,4% e sul 2019 +0,3%); chimica (+31,8% e sul 2019 +6,5%); meccanica ed elettromeccanica (+26,4% e sul 2019 +2,3%).

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