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CONFARTIGIANATO: A BASSANO E MAROSTICA LE IMPRESE CHIEDONO DI POTER LAVORARE IN UN SISTEMA MENO OSTICO NEI LORO CONFRONTI

Valter Franco Marcon (Marostica) e Sandro Venzo (Bassano)
Valter Franco Marcon (Marostica) e Sandro Venzo (Bassano)

«Una situazione non certo rosea, ma meno peggio di quel che ci si poteva aspettare». È questo il commento dei presidenti Confartigianato dei Mandamenti di Bassano, Sandro Venzo, e di Marostica, Valter Franco Marcon, ai dati sull’andamento economico del comparto dell’area.

Se di alcuni settori era nota la sofferenza, vedi Edilizia e Legno, c’è la conferma che alcune categorie reggono nonostante tutto: ad esempio Alimentari, Arti sanitarie e Servizi per l’Estetica e l’Igiene. E se la crisi ha portato scompiglio in un’area, come quella del Vicentino, tradizionalmente abituata a crescere, ad aggravare la situazione si aggiungono alcuni “fenomeni” tutti italiani, burocrazia e fisco in prima linea.
«Non è possibile che nelle aziende una persona sia impiegata solo per sbrigare le pratiche burocratiche. Se poi parliamo di piccole imprese con tre dipendenti, di cui uno appunto costantemente occupato sul quel fronte,  come si può pretendere che la produzione sostenga i ritmi richiesti dal mercato – osserva al proposito Sandro Venzo-? La sensazione è che il sistema Paese non sappia star dietro all’innovazione e all’impegno quotidiano delle aziende. È il momento che la politica si renda conto che se chiudiamo noi, chiude il Paese. Bisogna quindi invertire la rotta e agire su pochi ma fondamentali punti: accesso al credito, sburocratizzazione, giustizia, fisco, compensazioni tra crediti e debiti con le Pubbliche Amministrazioni».
Al proposito, i presidenti hanno ricordato quanto l’IMU abbia pesato sulle imprese e quanto inciderà la nuova TARES: «Ci sono differenze di tassazione, anche di un certo peso, tra Comuni limitrofi, differenze che falsano la competitività delle imprese. Infatti, a parità di produzione, avere l’azienda in un Comune, dove IMU e TARES sono alte, oppure al di là della strada, dove a parità di servizi, le stesse tasse comunali sono più basse, farà la differenza in termini di guadagno, di organizzazione del lavoro, di insediamenti produttivi».
«Il vaso è ormai colmo – ha continuato Marcon- e auspico davvero che qualcosa cambi al più presto. Gli artigiani sono ancora dei grandi ammortizzatori sociali, prima di lasciare a casa le persone ci pensano mille volte, prima di chiudere valutano ogni possibile soluzione alternativa. Ma quando tutto rema contro, è difficile. Pensiamo al Made in Italy: vogliamo tutelare ciò che di bello e di unico facciamo?».
I presidenti hanno quindi ricordato quanto Confartigianato, anche nelle sedi mandamentali, offre ai propri associati per far fronte a questo momento di passaggio: dalle missioni all’estero verso i Paesi emergenti e che mostrano un’attenzione privilegiata per le lavorazioni artigiane, ai corsi promossi a sostegno di particolari settori per il loro rilancio (vedi quelli del Cesar, ente di formazione dell’Associazione, per l’eco-bulding, il risparmio energetico, la bioedilizia) e tutti i servizi che l’organizzazione di categoria attiva per stare a fianco  delle imprese.