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CLAUDIO MIOTTO (CONFARTIGIANATO VENETO) SULLA PERDITA DI POSTO DI LAVORO: SBUROCRATIZZARE TUTTO CIO’ CHE E’ POSSIBILE

15/04/2010CLAUDIO MIOTTO (CONFARTIGIANATO VENETO) SULLA PERDITA DI POSTO DI LAVORO: SBUROCRATIZZARE TUTTO CIO' CHE E' POSSIBILENel 2009 il calo degli occupati nell'artigianato veneto si è accentuato: i dipendenti sono diminuiti del 5,2% sul 2008, che già aveva chiuso con una perdita di 3,7 punti percentuali. Fanno 10.390 posti in meno nel solo 2009. In totale, negli ultimi due anni il settore ha perso quasi il 9 % dei lavoratori, ben 18 mila unità, scendendo a quota 189.410."Sburocratizzare tutto ciò che è possibile, sburocratizzare e ancora sburocratizzare". Fa suo lo slogan del neo Assessore alle Attività Produttive Franco Manzato il Presidente della Confartigianato del Veneto Claudio Miotto di fronte a questi dati inquietanti sul fronte occupazionale. "Le nostre imprese non possono più permettersi di operare "controvento".  Bruciamo in burocrazia 15 mld l'anno, pari a 1 punto di Pil e, senza inutili pratiche e ritardi, la nostra produttività crescerebbe del + 5,8%". "Rapidità e concretezza contraddistinguono i primi giorni di governo del nuovo Presidente Luca Zaia -prosegue Miotto-. Dalla definizione della nuova Giunta alla individuazione delle priorità. Ne siamo molto soddisfatti. Come abbiamo accolto con favore che  nella sua prima uscita pubblica l'Assessore Manzato si sia impegnato a ridurre a tre mesi i tempi di erogazione dei finanziamenti dei bandi regionali, in particolare quelli relativi alle legge 48/93 oggi impigliati in un arco di tempo compreso fra i 3 e i 5 anni. Un problema che abbiamo sollevato con forza nel documento programmatico consegnato in campagna elettorale ai candidati e che è dovuto ad una ormai cronica mancanza di "cassa" rispetto a quanto assegnato per competenza. Una questione superabile però solo se la Regione Veneto riuscirà a svincolarsi dal Patto di Stabilità". Tornando all'andamento occupazionale, il dato negativo emerge dall'indagine congiunturale sull'occupazione della Confartigianato del Veneto; si somma a quello, anch'esso negativo, sulla mortalità delle imprese, calate l'anno scorso di 3.057 unità, meno 2,1%. Il saldo 2009 sul numero dei dipendenti è il peggiore dell' ultimo quinquennio, che è stato leggermente positivo solo nel 2007, quando l'occupazione nel comparto aumentò dello 0,3%. Nel 2005 si era perso il 2,6% dei posti di lavoro, l'anno successivo lo 0,4."Se guardiamo alle diverse categorie d'attività, vediamo che l'andamento negativo dell'occupazione coincide con quello delle imprese -spiega il presidente Miotto- La diminuzione è stata forte soprattutto nel manifatturiero, che ha perso il 6,3% dei posti di lavoro. All'interno del manifatturiero, che per noi è un settore molto importante e consistente, la crisi ha colpito particolarmente la meccanica, che ha perso l'8,7% dei lavoratori, il tessile e abbigliamento (meno 6,8%), la chimica- ceramica- vetro (meno 5,6%) e il legno (meno 5,2%)".Male anche le costruzioni (meno 4,8%), che in Veneto "fanno" il 41% delle imprese artigiane. L'occupazione è stata penalizzata più nell'edilizia (meno 6,1%) che nell'impiantistica (meno 3,0%).Infine, il settore dei servizi è quello che ha sofferto di meno: il calo è stato di "appena" 2,1 punti.A livello di singole categorie, l'unica che per l'occupazione presenti un saldo attivo, nel 2009, è l'alimentazione, più 0,7%. Stazionaria l'autoriparazione, meno 0,1%. Male, o molto male, tutto il resto.     "E' necessario -conclude Miotto- un potenziamento degli incentivi all'occupazione come d'altro canto suggerito dalla Banca Centrale Europea che proprio oggi ha lanciato un nuovo allarme disoccupazione".