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Artigiani verso il 2026. Rimangono le preoccupazioni per il costo delle materie prime e per la ricerca del personale, ma prevale un generale ottimismo. Cavion: “Superato un anno difficile grazie a pragmatismo e flessibilità”

Netto miglioramento dei saldi di previsione per tutte le variabili indagate, dove spicca il saldo positivo tra ottimisti e pessimisti per occupazione e investimenti. Tra le preoccupazioni al primo posto resta il costo delle materie prime, mentre tra le prime scelte operative per il 2026 emerge la formazione del personale. Sono queste le evidenze dell’indagine ‘Le attese degli imprenditori vicentini per il 2026’ di Confartigianato Imprese Vicenza, somministrata tramite questionario, dal 17 al 30 novembre 2025, alla quale hanno partecipato 650 imprese vicentine artigiane e micro e piccole imprese.  L’analisi, condotta dall’Ufficio Studi, quest’anno ha registrato 200 risposte in più rispetto a quella del 2024 (sulle previsioni per il 2025).
“L’indagine, giunta alla sua terza edizione, ci permette di capire il sentiment dei nostri imprenditori rispetto all’anno che sta arrivando che in parte risente di quanto vissuto nel corso dell’anno che si chiude. Fa piacere notare l’aumento del numero degli artigiani che hanno risposto. Un segnale forte per la nostra struttura sotto due punti di vista: da un lato gli artigiani vogliono far sentire la loro voce anche per incentivare interventi su alcuni aspetti per loro vitali, dall’altro vuol dire che vedono in Confartigianato un valido punto di riferimento soprattutto in momenti difficili come l’anno che si sta chiudendo”, commenta il presidente Gianluca Cavion.

Entrando nel dettaglio, i dati raccolti mostrano un considerevole miglioramento delle aspettative degli artigiani per il nuovo anno: a fine 2024, infatti, i saldi tra ottimisti e pessimisti erano fortemente negativi, soprattutto per fatturato e ordini (rispettivamente -26,6 punti percentuali e -28,3 p.p.), mentre quest’anno il saldo negativo si riduce notevolmente arrivando a -1,1 punti percentuali per ordini e commesse e a -0,8 p.p. per il fatturato. Inoltre, si rileva un saldo positivo, quindi con una prevalenza di chi prevede una crescita rispetto a chi prevede un calo, per l’occupazione, pari a +3,4 punti percentuali, e per gli investimenti, pari a +2,2 p.p.

Resta il problema dell’aumento dei prezzi delle materie primeche risulta una delle principali difficoltà da affrontare, indicata da quasi la metà (48,2%) degli intervistati. Seguono la mancanza di manodopera (32,1%), le incertezze legate alle instabilità geopolitiche (26,9%), la domanda di mercato insufficiente (26,3%) e il costo della manodopera (25,8%).

Tra le principali azioni che gli imprenditori prevedono di intraprendere nei prossimi mesi spicca la formazione del personale (31,3%), la riduzione dei margini (25,3%) e iniziative per favorire la conciliazione vita-lavoro dei dipendenti (18,9%). Si riduce notevolmente la quota di imprenditori che esprime la difficoltà di accesso al credito che perde 12,1 punti percentuali, passando dal 17,4% di un anno fa al 5% di oggi.

“Confrontando i risultati di questa analisi con quelli rilevati esattamente un anno fa, si nota un generale e forte miglioramento delle previsioni per i primi mesi del 2026 – continua Cavion-. Credo che i nostri imprenditori, dopo un iniziale momento di smarrimento di fronte ai cambiamenti di natura economica e geopolitica, abbiano reagito con la consueta pragmaticità e flessibilità. In questo Confartigianato ha giocato un ruolo importante attraverso i tanti momenti formativi e di approfondimento, ma anche mettendo in campo azioni concrete come i contatti con nuovi partner esteri, e iniziative come A-Certa la comunità di autoproduzione e autoconsumo di energia elettrica. Le competenze dei nostri uffici sono state impegnate nella creazione e revisione dei servizi offerti proprio per rispondere alle mutate esigenze delle imprese. Un impegno importante visto che rappresentiamo 35 mestieri ognuno con le proprie peculiarità, norme, necessità e prospettive”.

Da qui anche le scelte operative che le imprese prevedono di attuare nei prossimi mesi: sale al primo posto la formazione del personale e scende al secondo la riduzione dei margini. In forte calo anche per la quota di imprenditori che dichiarano una riduzione o interruzione della produzione (20,3% nel 2024, 8,3% oggi), cresce, invece, la quota di imprenditori che prevede investimenti in ambito green o interventi per migliorare l’efficienza energetica (da 10,8% di un anno fa al 13,0% di oggi).

Le imprenditrici si confermano più ottimiste in merito ai fatturati (che invece preoccupano i giovani imprenditori), ordini e l’occupazione (seconde solo ai giovani imprenditori). Ma è soprattutto nel campo degli investimenti che le imprenditrici e i giovani colleghi imprenditori mostrano maggiore ottimismo.
“Investimenti vuol dire guardare avanti, essere propositivi e ragionare in prospettiva, anche in ottica di trasmissione d’impresa. Fa piacere quindi registrare questo ottimismo a fronte anche di molte incertezze su strumenti e bonus a sostegno delle imprese. Evidentemente gli artigiani hanno individuato anche nei Fidi di Confartigianato, e nel credito cooperativo con cui Confartigianato ha un dialogo pluriennale, un valido supporto, e soprattutto hanno ben compreso che oggi non è più la quantità a fare la differenza ma essere aziende sostenibili e tecnologicamente avanzate in grado di produrre unicità”, conclude Cavion.
Entrando nel dettaglio territoriale e di settore, tra le Aree territoriali di Confartigianato, è il Nord Est Vicentino più ottimista, l’Ovest Vicentino è invece l’area che mostra segni negativi in tutti gli indicatori. Quanto ai settori, il Manifatturiero è il settore con i segnali più deboli rispetto al totale, dato prevedibile considerata la sua particolarmente esposizione ai rischi legati alla domanda e alla dimensione internazionale. Il settore delle Costruzioni, invece, presenta un quadro più articolato con previsioni negativi per fatturato, ordini/commesse e investimenti, ma attese positive sull’occupazione. I Servizi sono il macrosettore con le prospettive più positive e in tutti gli indicatori superano nettamente i valori totali. Risultano, inoltre, il settore più orientato allo sviluppo del capitale umano e alla digitalizzazione, mostrando il maggiore dinamismo organizzativo.

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Comunicato 175