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ARTIGIANI: DALLA PIAZZA AL WEB

Il monito a Renzi in un tweet. Nasce #matteostaipreoccupato. In 60mila a Piazza del Popolo avvertono il futuro Premier: «Valuteremo i fatti e ci aspettiamo molto»

Anche la ‘pancia’ del paese ha imparato a usare il web. Per dire «io ci sono» ma anche per amplificare il messaggio e spedirlo dritto al destinatario: un nuovo premier che cinguetta e sa usare i mezzi digitali meglio di chiunque altro politico che questa Repubblica abbia mai incontrato. Non c’è da stupirsi dunque se, a corredo della marciaprotesta, sia nato l’hashtag: #matteostaipreoccupato. Felice canzonatura dello #staisereno, twettato dall’oramai ex sindaco di Firenze. Dalla mattina in rete sono fioccate foto e immagini di artigiani e imprenditori in metro, treno, vie e piazze con striscioni e cartelli. Ognuno ha postato il suo personale ritratto di una giornata speciale. Erano in 60mila (per qualcuno 70mila) ieri a piazza del Popolo e vie limitrofe per lanciare un messaggio molto chiaro al primo ministro Matteo Renzi: «Basta buoni propositi, subito azioni concrete su fisco, burocrazia e giustizia». In poche parole: «Non ce la facciamo più». Ottomila circa sono scesi dal Veneto. Artigiani, commercianti e operatori del terziario. «I milioni di piccole imprese sono allo stremo ed “incazzate”. Da troppi anni riceviamo promesse e impegni, vogliamo passare all’incasso altrimenti la piazza diverrà la nostra seconda casa, #matteostaipreoccupato» ha detto con forza Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Imprese Veneto. «Dal Veneto, solo di Confartigianato eravamo quasi duemilacinquecento – prosegue il presidente – e siamo venuti qui a Roma convinti che sarebbe stata un’altra giornata storica per l’artigianato come lo furono le nostre manifestazione contro Irap e Studi di Settore. Ci aspettiamo che la politica anche in questa occasione sappia cogliere il messaggio, pacato ma determinato, di coloro che con il lavoro onorano ogni giorno il loro essere italiani». «Nei prossimi giorni nascerà il nuovo Governo – conclude Sbalchiero -. Siamo pronti a collaborare, a dettare i nostri punti dell’agenda, e soprattutto a valutare con serietà e serenità gli atti concreti. Sappino però, che molto abbiamo sopportato ed ora molto ci attendiamo”. «Il tempo delle attese è finito» hanno gridato gli organizzatori di Rete imprese Italia: «senza l’impresa non c’è Italia». E «Riprendiamoci il futuro» è diventato subito lo slogan della protesta. «Al nuovo presidente del Consiglio chiediamo di convocarci subito – ha chiesto il presidente e portavoce di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, dal palco della manifestazione. «Noi non molleremo», dice: «Saremo propositivi ma incalzanti. Saremo dialoganti ma pronti a tornare in piazza, se non avremo concrete e rapide risposte». Venturi vuole un cambiamento rapido dal governo che sarà guidato da Matteo Renzi. «Il prossimo governo ed il Parlamento devono prendere atto di questa grande forza, dell’enorme malessere, delle difficoltà che vivono le nostre imprese e devono cambiare registro». Una delle urgenze prioritarie per le imprese è abbassare la pressione fiscale: «Basta usarci come una cassa continua da cui prelevare ogni volta che c’è bisogno, il sistema fiscale ci soffoca». Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato, nel suo discorso conclusivo, ha picchiato duro contro banche e politici, raccogliendo l’ovazione della piazza del Popolo. C’è chi sostiene che le parolacce perdano il loro contenuto di volgarità quando rafforzano i concetti a cui si riferiscono e Merletti i suoi concetti li ha puntellati tutti: «Mi si passi la parola, ma ci hanno rotto i coglioni. Sono qui perché non ne posso più come cittadino e come imprenditore. La politica si deve rendere conto che senza imprese questo paese è finito». E ancora: «Le banche tornino a fare le banche e a finanziare le imprese. In questo anno ne ho incontrate tante e quando ti dicono “Il cavallo non beve” pensano che siamo dei coglioni o che abbiamo l’anello al naso. Noi non abbiamo le fette di salame sugli occhi. Allora qualcuno ci dica chi cazzo ha dato i soldi a Parmalat. In Italia serve la tracciabilità delle tangenti, altro che Sistri». A dominare ieri i cieli di Roma, le bandiere bianche e blu di Confartigianato e Cna, che hanno riempito anche la scalinata che porta al Pincio, ma vicino al palco anche gli impermeabili rossi con cui si è voluta distinguere la Confartigianato di Vicenza. Urla e fischietti e alcuni gilet arancioni con gli slogan della manifestazione: «Sono qui per non chiudere». Per il Pd era presente alla manifestazione Stefano Fassina, ex viceministro dell’Economia. Le richieste degli imprenditori sono state appoggiate anche da alcuni esponenti della Lega che con il M5S è scesa in piazza anche per manifestare il proprio dissenso al governo. Anche Infine, pure Forza Italia ha appoggiato Rete imprese. In un tweet, replicando l’hashtag tra i top trend di ieri (#impreseinpiazza), Giancarlo Galan ha scritto: «Sono con voi. La #burocrazia è abnorme, i costi per le aziende e la pressione fiscale in costante aumento, il credito in calo. Urge un’inversione della politica economica». Diversi infine i parlamentari del Pd e della lega del Veneto che hanno rilasciato dichiarazioni in favore delle rivendicazioni dell’artigianato.