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ALIMENTI CONTRAFFATTI: L’EUROPA RAFFORZA LE TUTELE SUI PRODOTTI DI QUALITÀ

Il Parlamento Europeo nella seduta del 13 settembre
ha varato un importante pacchetto di misure per mettere al riparo i prodotti agroalimentari di qualità
dalle truffe e dalle falsificazioni dei marchi

Nel supermarket del finto made in ltaly si trovano tarocchi per tutti i gusti: dal “Barbera bianco”, fatto in Romania, al “Parmesao”, I”‘Asiago del Wisconsin” o la “Zottarella”, prodotti dai nomi che fanno tanto italiano e che per molti consumatori nel mondo sono sinonimo di qualità del Bel Paese. Purtroppo c’è poco da ridere: all’estero, su quattro prodotti alimentari italiani che finiscono nel carrello della spesa, tre sono falsi, con un danno per il nostro

Paese stimato in circa 165 milioni di euro al giorno. L’Unione Europea ha deciso di porre freno al proliferare di queste patacche, il 13 settembre ha dato il via libera al regolamento sui ‘marchi di qualità’, un pacchetto di misure che rafforza la tutela dei marchi DOP, IGP, STG negli stati membri. Per trovare prodotti italiani taroccati, infatti, non serve andare lontano, basta dare un’occhiata nei supermercati dei paesi membri della Ue. E’ quello che ha fatto ‘Striscia la Notizia’. Nella puntata del 2 ottobre le telecamere del tg satirico di canale 5 hanno documentato la situazione paradossale di Bruxelles: a pochi passi dai palazzi dove si fanno le leggi a tutela delle nostre produzioni di pregio, abbondano i falsi prodotti made in ltaly. “Purtroppo è la normalità nei supermercati all’estero – spiega Giacomo Deon, Presidente di Confartigianato Alimentazione -. Per fortuna con questa normativa sulla qualità questo non dovrebbe più succedere perché è stato demandato ai paesi membri e non più ai consorzi di produzione di tutelare il prodotto. Quindi, quello che adesso si chiama Parmesan dovrà essere la Francia a dire ‘non lo puoi più chiamare Parmesan’ o quant’altro”. Oltre all’aumento dei controlli, il nuovo regolamento europeo introduce altre importanti novità. Per i produttori sarà meno complesso l’iter per ottenere il marchio di qualità, con tempi dimezzati da un anno a sei mesi; più difese contro il ‘finto tradizionale’ arriva dall’aumento degli anni di presenza sul mercato domestico necessari per ottenere la patente di tradizionalità, che passano da 25 a 30. In arrivo un’etichetta ad
hoc per tutelare i ‘prodotti di montagna’; si salva il marchio STG (specialità tradizionale garantita) che rischiava la cancellazione visto l’esiguo numero di denominazioni registrate (in Italia solo la mozzarella e la pizza napoletana). Novità, queste ancora tutte da valutare, per il cioccolato che entra nell’elenco dei prodotti IGP. “E’ un’incognita – rimarca Giacomo Deon -. Noi ci siamo battuti per fare entrare il cioccolato nella lista dei prodotti geografici tutelabili, parliamo però di cioccolato di alta qualità, quello senza grassi vegetali. Per il momento, non sappiamo se Ue abbia deciso di rivedere la propria posizione in merito, attraverso il ‘Pacchetto qualità’. Sarebbe un’ottima notizia, la vittoria della linea di ‘qualità’ portata avanti dall’Italia” conclude il Presidente di Confartigianato alimentazione.