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TUTELA PROPRIETÀ, LA CONTRAFFAZIONE FRENA L’ITALIA

Sulla tutela dei marchi l’Italia non fa scintille. A dirlo è la pubblicazione annuale dell’International Property Rights Index (Ipri) 2014, l’indice internazionale sui diritti di proprietà (tangibile e intangibile) che misura come viene tutelata la proprietà in 97 Paesi, che rappresentano complessivamente più del 98% del Prodotto interno lordo mondiale e il 93% della popolazione. La classifica, che oggi è riportata da Corriere della sera e verrà presentato a Washington, mette in luce la relazione che esiste tra tutela della proprietà, innovazione e crescita economica, per cui mette al vertice i Paesi che crescono di più e che sono i primi in innovazione. Come si legge sul quotidiano, secondo gli economisti di Competere.eu, il think thank che ha curato lo studio per l’Italia, il Paese è salito al 40esimo posto nel 2013 dal 47esimo del 2012. Il risultato però si dimostra magro, se si considera che è stato raggiunto solo perché alcune Nazioni sono state escluse dalle classifiche perché considerati poco attendibili. Nel dettaglio, l’Italia vede diversi settori, come quello dell’agroalimentare, del design e della moda, preda della contraffazione internazionale; per queste ragioni, si piazza in classifica a venti posizioni di distanza dagli altri Paesi del G7, ancora più staccata da Finlandia e Svezia che guidano la classifica, e a pari merito con Giordania e Costa Rica, con un punteggio di 6 inferiore di solo 0,1 punti rispetto al risultato ottenuto lo scorso anno.