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TESSILE. AZZERAMENTO DEFINITIVO DAZI PAKISTAN

Fascina: “Una decisione infame che penalizzerà il sistema moda veneto ed i suoi subfornitori”

“Voto sbagliato della UE ma soprattutto una astensione infame dell’Italia”. Commenta così Gianluca Fascina, Presidente regionale veneto della Federazione moda di Confartigianato – la decisione della Commissione Europea di rendere permanente l’esenzione totale dei dazi sui prodotti tessili e di abbigliamento pakistani, introdotti come aiuti umanitari a seguito delle alluvioni del 2010 e che avrebbero dovuto scadere a fine anno.
La Commissione europea, con l’accordo dei governi di 21 paesi dell’Unione europea a fronte di 7 contrari e l’astensione del governo italiano, aveva infatti inserito il Pakistan nella lista dei paesi da sostenere per l’impegno finalizzato al rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi sociali e ambientali. Impegno che viene ora premiato con i dazi al tasso zero per i prodotti tessili.
“Non solo in questi tre lunghi anni il Pakistan è diventato, grazie alle agevolazioni, un nostro forte e agguerrito competitor, ma –prosegue il Presidente- continuerà a farci una concorrenza bestiale aggiungendo alle esenzioni, la forza dei prezzi bassissimi di produzione. E si perché, come è dimostrato da molti fatti di cronaca anche recenti e da rapporti di enti indipendenti, è chiaro che in Pakistan non solo vi sono ripetute violazioni dei diritti delle minoranze religiose, dei diritti delle donne e di quelli dei bambini, ma anche che molto spesso, nelle fabbriche tessili, non vengano rispettati i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza. Quindi la decisione della Commissione nulla ha a che spartire con un premio per un impegno concreto in questi ambiti, ma sembra essere più un favore alle grandi multinazionali della moda, italiane e non, che degli accordi “preferenziali” fanno un utilizzo massiccio”.
“La cosa peggiore è che –conclude Fascina- a pagarne il prezzo più alto in termini di lavoro ed occupazione sarà proprio l’Italia ed il suo cuore pulsante per la moda: il Veneto. Una stima del presidente di Sistema Moda Italia Claudio Marenzi –che sull’argomento ha una posizione molto forte e condivisa da noi artigiani- parla di 120 mila posti di lavoro a rischio di cui 40 mila in Italia. Ebbene la specializzazione produttiva della nostra regione in particolare nelle lavorazioni conto terzi dei laboratori artigiani è a forte rischio. Il pericolo è di perdere un ulteriore pezzo di una filiera delicata e complessa che, perfettamente efficiente sino alla porta del capannone, cade sotto i colpi di un Governo capace solo di mettere tasse e girare le spalle alle proprie imprese nel momento del bisogno”.