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STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO DELLA FILIERA ORAFA VICENTINA POSSIBILI PUNTANDO SU “BRAND”, AZIONI COLLETTIVE E COLLEGAMENTO CON IL MONDO DELLA MODA

Al Centro Congressi Confartigianato analizzata dal Tavolo Intercategoriale l’indagine condotta da Unicredit

Un viaggio tra i 12 distretti della moda per un progetto al servizio del territorio. Un itinerario per fare il punto della situazione, scoprire quali sono i temi che ricorrono con particolare insistenza e intensità, e in particolare il collegamento tra il Settore Orafo e quello della Moda, facendone occasione di confronto, di mediazione e di spunti per iniziative che possano sfociare nella costruzione di progetti, anche a carattere aggregativo, utili allo sviluppo. Questi gli obiettivi dell’incontro che si è svolto al Centro Congressi Confartigianato di Vicenza promosso dal Tavolo Intercategoriale Orafo provinciale, che riunisce Apindustria, Cna, Confartigianato e Confindustria, che ha preso spunto da un lavoro di analisi sui dodici Distretti della Moda maggiormente rappresentativi del “Made in Italy” realizzato da UniCredit con la collaborazione della Federazione dei Distretti Italiani.
Ad aprire l’incontro è stato Franco Pozzebon, coordinatore del Tavolo Intercategoriale Orafo 2011, cui sono seguiti gli interventi di Valter Taranzano, Presidente della Federazione dei Distretti Italiani.
A illustrare “I distretti della Moda. Denominatori comuni tra oreficeria e fashion per una futura progettualità” è intervenuto Riccardo Masoero, responsabile Segments and Industries Marketing Unicredit, mentre Giovanni Bergamo, responsabile commerciale area Vicenza F&SME Unicredit, ha presentato le iniziative e i supporti di della banca per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.
“Dopo il seminario realizzato lo scorso febbraio sugli aggiornamenti  Incoterms come Tavolo Intercategoriale Orafo di Vicenza, di cui Confartigianato ha quest’anno il coordinamento, abbiamo voluto proporre una nuova iniziativa trasversale, estesa cioè anche alle imprese della Categoria Moda, ritenendola un’occasione di opportuna riflessione e di incontro tra categorie – ha spiegato Pozzebon-.  E in questa logica abbiamo chiesto a Unicredit  di presentare questa ricerca con una lettura collegata tra i due distretti orafo e moda, focalizzando l’attenzione non tanto sui dati, quanto piuttosto sul confronto di punti di forza e debolezza su cui intervenire, superando la logica di singoli distretti e ambiti. Molti sono gli spunti operativi offerti dall’analisi, che spesso sono conferme sulle scelte strategiche da adottare per “stare dentro il settore” e superano la dimensione individuale d’impresa per entrare in quella, non più rinviabile, di sistema e di filiera del fashion”.
Nel parallelo tra i due distretti Orafo e Veneto-Moda è interessante notare come il primo sia oggi nella condizione di dover affrontare un importante momento evolutivo. “Un passaggio che le imprese venete del fashion hanno già in buona parte compiuto”, ha affermato Riccardo Masoero, Responsabile Sergments and Industries Marketing UniCredit. Le imprese del settore Moda, infatti, già da anni si sono trovate nella condizione di affrontare un importante processo di selezione, innescato principalmente dalle imprese leader locali, che hanno prepotentemente introdotto modelli di business sempre più evoluti e globali”. Sul tema è intervenuto Claudio Aldo Rigo, Responsabile di Territorio Nord Est di UniCredit. “Tali scelte strategiche hanno messo le imprese del territorio nelle condizioni di rivedere profondamente i propri modelli produttivi e di business, per adattarsi rapidamente alle mutate condizioni del mercato – ha sottolineato Rigo -. Tra queste alcune imprese sono riuscite brillantemente  a riqualificarsi e riposizionarsi in termini strategici, e oggi sono più forti e riescono a competere.
Dall’analisi condotta da Unicredit emerge che all’interno del distretto, così come delle aziende, esistono delle aree di miglioramento che consentirebbero una più immediata identificazione dei prodotti con il Made in Italy di qualità.
Ecco allora che una maggiore cooperazione o aggregazione tra le aziende (anche tra quelle che hanno un loro brand e loro fornitori), la ricerca di innovazione e strategie di marketing (anche nelle imprese di piccole dimensioni), crescenti investimenti, un portafoglio committenti diversificato (che permetterebbe di rispondere meglio agli imprevisti del mercato), più attenzione ai mercati emergenti vista la naturale propensione all’export (40% del fatturato complessivo) del distretto, rappresentano altrettanti punti su cui le aziende possono riflettere sia singolarmente che in un’ottica collettiva. Senza dimenticare che quello orafo è un settore che ben si sposa con quello della moda, come recentemente messo in luce da un altro studio proprio incentrato sulla filiera dell’Abbigliamento, e anche questo costituisce un valore aggiunto del territorio vicentino, che va adeguatamente stimolato.