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SR11, LA RIQUALIFICAZIONE FA STRADA CON UN PROGETTO DI CONFARTIGIANATO VICENZA

Caotico e trasandato, l’asse viario da Vicenza verso Verona
può trasformarsi in un luogo che recuperi qualità di vita e di lavoro

La Strada Regionale 11 da Vicenza verso Verona è un tratto di circa 20 km che attraversa un disordinato paesaggio con aree industriali dismesse, zone produttive e commerciali, fasce agricole lasciate a se stesse o destinate a ulteriore edificazione, rari nuclei abitativi preesistenti. Insomma, è l’emblema di uno sviluppo, avvenuto nel corso degli ultimi decenni, dove oggi affiorano numerose criticità, sia come sistema viabilistico e di mobilità, sia sotto il profilo abitativo e lavorativo, con una scadente qualità urbana, paesaggistica e ambientale. Problematiche tanto evidenti, queste, che già la Provincia si è attivata per un progetto di riqualificazione e riordino dell’area e per il suo rilancio. E dalle medesime considerazioni è partita anche Confartigianato Vicenza per promuovere un’analisi della situazione e fornire un fattivo contributo progettuale mirato al recupero di una maggiore “vivibilità”. Se ne è parlato nel convegno di oggi, organizzato in collaborazione con la Provincia e la Camera di Commercio, che si è svolto in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore, non per nulla intitolato “Un territorio a regola d’arte”.

“Il nostro vuol essere un contributo agli interventi che la Provincia è chiamata a fare – precisa Virginio Piva, vicepresidente di Confartigianato Vicenza con delega al territorio – per riqualificare un’area che è il risultato di situazioni stratificate nel tempo e sulla quale ogni giorno gravita l’attività di 17mila piccole imprese. C’è bisogno d’uno sguardo d’insieme che ripensi tutto, e più abbiamo le idee chiare in fase pre-progettuale, più si potrà arrivare a un risultato soddisfacente”.
Così, se oggi la SR 11 è solo una “strada commerciale”, domani potrebbe diventare un esempio di riqualificazione utile anche per altre realtà, attraverso un percorso che, una volta chiariti quali saranno i futuri compiti dell’ente Provincia, dovrà inoltre godere del coordinamento fra gli otto Comuni che la strada attraversa (Vicenza, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Montecchio, Brendola, Montebello, Gambellara).
Intanto c’è, da parte di tutti, la voglia di mettere mano a una situazione che, se non ripensata, rischia di diventare il simbolo di un certo tipo di sviluppo e abbandono. Davvero si può credere che, in un momento economico come l’attuale, avrebbe senso individuare altre zone edificabili? Poi ci sono le fasce agricole. E, infatti, al progetto ha collaborato anche la Coldiretti, per dire la sua sulle  zone verdi che ancora si affacciano sulla SR 11, senza continuità né logica.
“Il lavoro che proponiamo invita ad allargare lo sguardo per vedere la  SR11 non più come asse, ma come sequenza di nodi – spiega l’architetto Sophia Los, coordinatrice del progetto di riqualificazione -. Il modello proposto ha un approccio sistemico, cioè attento allo sviluppo sostenibile e coerente con l’identità urbanistica propria del paesaggio veneto e dei diversi Comuni. La riqualificazione urbanistica, che coinvolge spazi pubblici tanto quanto i singoli edifici, si incentra sul mettere in relazione le varie parti del territorio e dare coerenza ai diversi livelli che lo compongono, dal riuso di edifici dismessi, offrendone nuove destinazioni, alla valorizzazione delle soglie tra ambiti eterogenei, dall’incentivazione di destinazioni miste all’individuazione di centralità che attivino spazi pubblici. Il territorio, inteso così come bene comune, diventa un valore significativo dei singoli interessi privati, e attiva dinamiche di concertazione e di equilibrio tra le parti”.
In questa visione c’è anche l’auspicio di poter restituire la SR11 all’”abitare” nel senso più vasto del termine, ovvero reintegrandola sul territorio, visto che oggi è vissuta solo come strada di passaggio. In quest’ottica, anche pensare a sistemi integrati di servizi pubblici o di aree pubbliche gradevoli (quindi attrattive per i cittadini, ma “respingenti” per certi fenomeni di degrado sociale), vuol dire “pensare a un modello futuro che sia sostenibile in termini economici e di miglioramento della qualità di vita”, conclude l’architetto.
In tutto ciò l’artigianato si inserirebbe quale cuore pulsante, visto che può portarvi le proprie potenzialità tradizionali nell’identità del territorio ma anche quelle legate all’innovazione e creatività. L’elasticità, poi, del modello di azienda artigiana può ripristinare un circolo virtuoso di sviluppo e crescita dei vari “nodi”. Quanto invece alle aree verdi, il loro utilizzo va ripensato secondo logiche produttive di “filiera corta” ma anche quali cuscinetti ed elemento di collegamento armonioso tra aree produttive e commerciali.
Di tutto ciò hanno discusso, per Confartigianato, il presidente Agostino Bonomo e il vice Virginio Piva, l’architetto Sophia Los, i docenti dello IUAV di Venezia Sergio Los, Viviana Ferrario e Domenico Patassini (già preside della Facoltà di Urbanistica) assieme a Franco Zagari dell’Università La Mediterranea di Reggio Calabria, con in veste di moderatore Claudio Bertorelli, presidente del Centro Studi Usine. A manifestare l’interesse delle istituzioni e delle professioni per l’iniziativa sono stati Marino Zorzato, vicepresidente della Regione, Attilio Schneck, presidente della Provincia, Diego Meggiolaro, presidente Coldiretti provinciale, e Giuseppe Pilla, presidente dell’Ordine degli Architetti di Vicenza.
“Il nostro lavoro non è, e non vuole essere, uno strumento pianificatorio in senso stretto ma un insieme di riflessioni e indicazioni utili ai soggetti coinvolti nel processo decisionale del governo del territorio – ribadisce il presidente Bonomo- , con  l’auspicio che diventi approccio e piattaforma replicabile in altri territori della provincia e della regione”.
Da parte delle istituzioni, Regione e Provincia, è stato sottolineato che questo progetto rappresenta il prototipo, si spera replicabile, di un nuovo modo di lavorare, ovvero con concrete proposte che arrivano dal territorio piuttosto che essere calate dall’alto.