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Sistri, primo risultato raggiunto. Ma per Bonomo (Confartigianato Vicenza) «la battaglia continua»

Agostino Bonomo (Confartigianato Vicenza)

Con la conversione in legge del decreto “Milleproroghe” è stato spostato al 31 dicembre prossimo il termine per l’applicazione delle sanzioni riguardanti il Sistri, il discusso sistema di tracciabilità dei rifiuti. È un risultato per il quale Confartigianato si è battuta molto, in quanto permette alle imprese di affrontare l’avvio del Sistri – previsto per lunedì 3 marzo – senza incorrere nelle pesanti sanzioni previste.

«È un risultato che attendevamo – spiega Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza –, ma non è l’unico per il quale ci stiamo battendo. Stiamo infatti insistendo nei confronti del Ministro dell’Ambiente affinché venga approvato un decreto per semplificare il sistema, che preveda alcuni aspetti per noi irrinunciabili. Abbiamo proposto l’eliminazione dall’obbligo del Sistri per le imprese che occupano fino a dieci dipendenti, o comunque la definizione di  un limite quantitativo di rifiuti sotto il quale non si deve aderire al meccanismo di tracciabilità dei rifiuti, poi chiediamo il superamento del dispositivo USB e ulteriori snellimenti sul gestionale».
«Inoltre – precisa Bonomo – continuiamo a ribadire la necessità di eliminare definitivamente il contributo annuale a partire già dal 2014. Per questo suggeriamo ai nostri associati di non effettuare il versamento fino a indicazioni da parte nostra e, per coloro che ancora non si sono iscritti al Sistri ma producono rifiuti pericolosi, di attendere prima di farlo. Riteniamo infatti che il decreto di semplificazione possa essere un obiettivo raggiungibile e, visto che stiamo lavorando sulle esclusioni, conviene attenderne la probabile emanazione, non essendoci il rischio di incorrere nelle sanzioni previste per tutto il 2014». Conclude Bonomo: «La nostra battaglia contro il Sistri, o almeno per la sua semplificazione, continua. Siamo ormai al quarto anno di vertenza e non siamo mai stati disposti a fare finta che le cose funzionassero solo perché stabilite da una normativa a dir poco pasticciata».