SETTIMANA DELL’ARTIGIANATO 2013: IL DISCORSO DEL PRESIDENTE AGOSTINO BONOMO ALLA PREMIAZIONE DEI MAESTRI
Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, ha aperto domenica scorsa con la sua relazione alla 51ª premiazione dei Maestri Artigiani Benemeriti alla Sala Palladio della Fiera, atto di avvio della Settimana dell’Artigianato 2013. Una relazione particolarmente attesa, dato il perdurare della difficile situazione economica, ma che ha voluto anche guardare avanti.
«Proprio le figure dei Maestri Artigiani rappresentano l’anello di congiunzione tra le generazioni, fra tradizione e futuro: le loro vite sono state contraddistinte non solo dalla capacità imprenditoriale, ma anche dallo spirito di sacrificio, dalla dedizione profusa nel costruire qualcosa per sé e per gli altri con l’avviamento al lavoro di tanti giovani, da un profondo senso di responsabilità. Grazie alle loro storie, inoltre, possiamo capire che noi non siamo i primi a vivere momenti di difficile trasformazione economica e sociale e che, se ce l’hanno fatta loro, possiamo e dobbiamo farcela anche noi».
«A differenza di chi pensa che il Nordest – ha osservato Bonomo – stia perdendo la spinta e lo spirito imprenditoriale che da sempre lo contraddistinguono, noi crediamo che la voglia di fare, e di fare bene, sia ancora nel nostro Dna. Piuttosto, quello che rischiamo di smarrire è l’ottimismo della volontà, la fiducia nel sistema e nelle relazioni. È un sentimento comprensibile, in questo momento: lavoro e commesse di lavoro vanno a rilento, soldi ne girano pochi, i pagamenti regolari sono rari, e c’è addirittura chi è costretto a subire la beffa di chiedere in banca un prestito per pagare le tasse a quello stesso Stato che, invece, ritarda incredibilmente nell’onorare le sue fatture. E c’è pure chi deve pagare a rate gli stipendi ai propri dipendenti, o i fornitori. Sono fenomeni gravi, così come lo sono il peso ormai insostenibile della burocrazia e delle tasse, la difficoltà a ottenere credito, la diffidenza nei confronti della politica, la stanchezza psicologica. Eppure, l’unica strada possibile è stringere i denti e guardare avanti con rinnovata tenacia».
Secondo Bonomo, «coloro che con troppa facilità parlano di declino irreversibile farebbero bene a ricordarsi che, in provincia di Vicenza, ogni giorno sono al lavoro 26mila imprese artigiane con 70mila addetti, un patrimonio economico e sociale inestimabile. Aziende chiamate a tenere il passo di continui mutamenti tecnologici e organizzativi, a confrontarsi in un mercato globale senza più confini e barriere dove la concorrenza non sempre è leale, a soddisfare clienti sempre più informati e perciò esigenti, a inventarsi soluzioni che risultino adatte alle minori capacità di spesa attuale. Sono sfide non da poco».
«Assieme alle imprese, queste cose le sanno bene – ha osservato il presidente – le associazioni di categoria, costantemente impegnate al loro fianco nella ricerca di strumenti di tutela e sviluppo; le sanno bene quegli enti locali e istituzionali che, pur nelle ristrettezze di bilancio, si sforzano per fornire supporti operativi, o provvedono a creare ammortizzatori sociali. Quella che continua a mancare è, invece, la percezione di tutto ciò da parte di una politica che parla continuamente a nome del Paese reale mentre il Paese reale la ascolta perplesso, dando chiari e crescenti segnali di insofferenza. L’incertezza istituzionale è una delle peggiori condizioni per l’economia di una nazione, sia dal punto di vista delle aziende che ci lavorano, sia agli occhi del contesto internazionale. Serve, dunque, una urgente e definitiva assunzione di responsabilità da parte della classe politica, sia vecchia che nuova. Da un lato, chi ha avuto responsabilità di governo in questi ultimi anni (nessuno escluso) abbia l’umiltà di capire i tanti perché di un voto di protesta che è frutto di inadeguatezze d’ogni sorta. Dall’altro, chi ha raccolto quel voto di scontento faccia ora capire come intende contribuire alla costruzione di un presente e di un domani migliori, passando dalla protesta alla proposta, dagli slogan alla concretezza. Di certo, l’Italia non può più aspettare».
«Un compito svolto quotidianamente nelle sue 29 sedi territoriali, per dare risposte a tutti i soci. È un servizio che abbiamo il dovere – e l’orgoglio – di portare avanti al fianco dell’artigiano, perché nessuno come noi ne conosce le esigenze, cui vanno date risposte operative immediate, chiare, che lo aiutino a fare breccia nel muro della burocrazia».
«Quando le cronache – ha detto Bonomo – raccontano di drammatici fatti individuali, spesso si sente parlare della “solitudine dell’imprenditore”. Ebbene: anche in questo caso nessuno meglio di noi può capire a quale livello angosciante possano giungere le preoccupazioni; ma proprio per questo rinnoviamo, ancora una volta, il nostro appello a frequentare le nostre sedi, a venirci a trovare, a non aver timore di esporre eventuali problemi e di chiedere, al tempo stesso, se c’è un aiuto per venirne a capo, o attenuarne il peso. Perché, spesso, esistono soluzioni che neanche si immaginano. Ed esistono funzionari nei nostri uffici, e tanti colleghi artigiani, che una mano possono darla».
«Ma il nostro compito – ha sostenuto a questo punto il presidente – è anche quello di indicare alle aziende i possibili percorsi del futuro, di anticipare quelle che saranno le tendenze e le richieste dei mercati, quali competenze serviranno sempre più. Ecco perché abbiamo intrapreso una serie di nuovi sentieri, alcuni dei quali troveranno spazio anche in questa Settimana dell’Artigianato. Nello stand che allestiremo a Gitando.All in Fiera, torneremo a mostrare come sia possibile anche per le piccole aziende creare prodotti assolutamente innovativi, destinati a essere brevettati e immessi sul mercato, col valore aggiunto di una piena fruibilità da parte di tutti: prodotti che abbiamo voluto chiamare di Libero Accesso, oggetti nati attraverso il confronto tra chi li progetta, chi li costruisce e chi li dovrà adoperare. Inoltre, grazie a una mostra che finora ha girato l’Europa e che giunge qui per la prima volta, capiremo anche quali risultati si siano raggiunti in campo urbanistico per creare delle città più a misura d’uomo: con servizi, spazi e sistemi anche in questo caso più accessibili, facili. È una prosecuzione del discorso che abbiamo lanciato col progetto per la Mobilità Elettrica, per la vivibilità di un ambiente che significa anche risparmio energetico, ristrutturazioni edilizie, fonti alternative, impiego di nuovi materiali. Ma promuoveremo anche una maratona di giovani talenti informatici, sfidandoli a creare nuove applicazioni per gli strumenti di comunicazione attuale, e inviteremo le aziende ai workshop sulle opportunità di essere presenti sui social network per far conoscere la loro attività. Inoltre, dimostreremo quali risultati ha raggiunto il nostro rapporto col mondo della scuola, dove in dieci anni il progetto intitolato Dire, Fare e Pensare ha portato tanti artigiani a entrare in classe per insegnare, sia ai docenti che agli allievi, la bellezza della manualità, del fare le cose, e a realizzare lavori negli stessi edifici scolastici per rendere più belli, accoglienti e confortevoli gli ambienti didattici. Avremo anche la premiazione del 19° concorso che porta gli studenti delle medie a conoscere l’artigianato della loro zona, e quella dei giovani cuochi degli istituti alberghieri che abbiamo invitato a creare piatti con i prodotti tipici del nostro territorio, altra eccellenza da valorizzare come richiamo turistico. Tutto ciò per ribadire che noi possiamo, dobbiamo e vogliamo guardare avanti: proprio perché conosciamo la grande tradizione che abbiamo alle spalle e per la fiducia che riponiamo nelle nuove generazioni, dove crescono coloro che saranno i Maestri Artigiani del futuro. L’errore più grande che potremmo fare, in questo momento che non è facile per nessuno, sarebbe quello di dimenticarci di ciò che la piccola impresa è stata finora e continua a essere».