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Sebastiano Zanolli: la collaborazione aziendale come opportunità di crescita

Viviamo in una realtà economica in cui non si lavora più da soli e, per quanto sia importante rendersene conto, ancora più importante è agire di conseguenza.

In molti ambienti produttivi, infatti, la collaborazione viene ancora considerata come un’entità scontata, affidata all’intuito individuale o alle situazioni organizzative. Sebastiano Zanolli, esperto di gestione del cambiamento, speaker e autore di numerosi saggi, da oltre trent’anni cerca, sperimenta e struttura risposte al grande quesito della motivazione, adattandole ogni volta alla singola specificità del contesto organizzativo e personale. Nel suo ultimo libro “Lavorare è collaborare. Essere insieme e fare insieme nel mondo del lavoro” (RoiEdizioni) Zanolli evidenzia appunto il potenziale trasformativo della collaborazione all’interno di team e aziende, sottolineando le due dimensioni fondamentali di questo concetto: l’essere e il fare insieme. Proprio Sebastiano Zanolli è stato ospite di una serata nell’ambito del progetto F.O.CU.S. (Formazione, Organizzazione del lavoro, Capitale Umano e Sostenibilità) di Confartigianato Imprese Vicenza. Ecco cosa ci ha spiegato.

Zanolli, perché la collaborazione può essere un fattore determinante della crescita aziendale? E a cosa può portare, invece, la mancanza di collaborazione?
Nel mio ultimo lavoro sottolineo appunto come la collaborazione sia diventata un fattore determinante per il successo di qualsiasi azienda. Viviamo in un contesto sempre più interconnesso e complesso, dove il singolo, per quanto talentuoso, non può più essere la sola risposta alle sfide che incontriamo. La collaborazione permette di mettere a fattor comune competenze diverse, di accrescere l’intelligenza collettiva di un’organizzazione, e di creare soluzioni innovative che nessuno, da solo, avrebbe potuto immaginare.
Al contrario, la mancanza di collaborazione genera compartimenti stagni, isolando le persone e le competenze. Questo non solo limita il flusso di idee, ma porta a inefficienze, rallentamenti nei processi decisionali e, in definitiva, a una riduzione della competitività. Un ambiente dove non si collabora si traduce spesso in tensioni latenti e in un disallineamento tra gli obiettivi individuali e quelli aziendali. La collaborazione, invece, ha un effetto sinergico: moltiplica i risultati, sblocca creatività e genera una cultura aziendale che attrae e trattiene talenti.

Collaborare non è sempre così facile. Quali sono i principali ostacoli? E qual è il ruolo dell’imprenditore, o dei vertici aziendali, nel rimuoverli?
Collaborare è naturale, ma farlo in modo efficace richiede consapevolezza e impegno. Tra i principali ostacoli che incontro nelle aziende ci sono la mancanza di fiducia reciproca, le resistenze al cambiamento, e una gestione poco trasparente dei conflitti. Quando non c’è fiducia, le persone si proteggono, nascondono informazioni o, peggio, sabotano il lavoro altrui. Questo porta a quella che chiamo “manutenzione conflittuale”, una dinamica che consuma energie senza portare risultati concreti​. Il ruolo dell’imprenditore e dei vertici aziendali è fondamentale per creare un ambiente dove la collaborazione possa prosperare. Devono dare l’esempio, incoraggiare la trasparenza e investire nella formazione per migliorare le competenze relazionali e gestionali. Il leader deve anche essere in grado di gestire i conflitti in modo produttivo, come opportunità di crescita, e non come occasioni di scontro. Un team che vede il proprio leader impegnarsi in prima persona per promuovere la collaborazione sarà più incline a seguire questa strada.

I gruppi di lavoro mettono a confronto generazioni, generi, competenze, esperienze diverse, che possono spesso entrare in attrito. Come invece fare di queste differenze una ricchezza per la collaborazione?
Le differenze sono la vera forza di un team, se gestite correttamente. Ogni generazione, ogni genere, ogni competenza porta con sé una visione unica che, se integrata, arricchisce l’intero gruppo. Il rischio di attrito esiste, certo, ma è proprio qui che si gioca la partita dell’imprenditore o del manager. Bisogna saper creare un ambiente di inclusività, dove le differenze non solo sono tollerate, ma valorizzate. Ho approfondito questo tema spiegando che la chiave per trasformare le differenze in valore è il rispetto reciproco e la costruzione di una cultura aziendale basata sull’ascolto. Creare momenti di confronto costruttivo, dove le persone possano esprimersi liberamente, è il primo passo. Inoltre, è utile strutturare team intergenerazionali e multidisciplinari, perché è nell’incontro tra diversi punti di vista che nascono le soluzioni migliori​. La diversità diventa un motore di innovazione se accompagnata da strumenti concreti per facilitare la comunicazione e la coesione all’interno del gruppo.

Ci sono settori in cui la collaborazione è più importante rispetto ad altri?
La collaborazione è cruciale in tutti i settori, ma ci sono ambiti in cui diventa un vero e proprio fattore competitivo. Penso al mondo della tecnologia e dell’innovazione, dove la velocità del cambiamento richiede che le persone lavorino insieme, condividano conoscenze e sviluppino soluzioni in modo sinergico. Un esempio evidente è il settore sanitario, dove le decisioni devono essere rapide, informate e basate su competenze diversificate: il medico, l’infermiere, il ricercatore, tutti devono collaborare per fornire la miglior cura possibile al paziente.
Anche in settori tradizionalmente meno inclini alla collaborazione, come la finanza o l’industria pesante, vediamo un crescente bisogno di team cross-funzionali. La globalizzazione e la digitalizzazione hanno reso necessario un approccio più aperto e connesso tra i vari reparti e tra le aziende stesse​​.

Ci sono percorsi, dedicati agli imprenditori e ai team di lavoro, per favorire tecniche di collaborazione? O quali strategie possono essere messe in atto?
Sì, esistono numerosi percorsi formativi mirati a migliorare la collaborazione all’interno delle aziende, rivolti sia agli imprenditori che ai team di lavoro. Questi percorsi possono variare molto in termini di metodologia e focus, e consiglio sempre di fare una ricerca approfondita sul web per trovare quello più adatto alle esigenze specifiche di ogni azienda. Ci sono soluzioni che vanno dai workshop sul team building, ai programmi di leadership collaborativa, fino a piattaforme digitali per migliorare la comunicazione interna.
Nel mio libro affronto in modo approfondito il tema della collaborazione, esplorando non solo le dinamiche interpersonali, ma anche strumenti pratici per implementare una cultura collaborativa all’interno dell’azienda. Invito a consultarlo per chi vuole avere una visione più ampia e dettagliata di come trasformare la collaborazione in un vantaggio competitivo​​.

Per approfondire il profilo dell’esperto e suoi ultimi lavori:
https://www.sebastianozanolli.com
Link di presentazione dell’ultimo libro:
https://www.sebastianozanolli.com/lavorare-e-collaborare-il-nuovo-libro