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SCOPERTO L’ENNESIMO “LABORATORIO TESSILE LAGER” A CONDUZIONE CINESE. QUESTA VOLTA NEL VERONESE

12/10/2010SCOPERTO L'ENNESIMO "LABORATORIO TESSILE LAGER" A CONDUZIONE CINESE. QUESTA VOLTA NEL VERONESE"Un plauso all'opera instancabile della Guardia di Finanza, in questo caso di Verona ed al pm Elvira Vitulli coordinatrice delle indagini. E una grande soddisfazione nel vedere gli ottimi risultati di una collaborazione sempre più stretta tra Finanza e personale ispettivo dell'Inps, dell'Ispettorato del Lavoro e dello Spisal nella lotta alla contraffazione e allo sfruttamento della manodopera clandestina". Questo il commento di Giuliano Secco Presidente regionale della Confartigianato Moda alla notizia dell'ennesimo caso di laboratori tessili lager scoperti nel territorio veneto."Oggi -prosegue Secco- le Fiamme Gialle hanno chiuso due aziende nei comuni di Isola della Scala e Mozzecane. Un buon risultato, ma è pur sempre una goccia nel mare. A fronte di controlli crescenti per numero ed incisività, è infatti deludente ammettere che il fenomeno non sembra subirne contraccolpi. Diverse le motivazioni. Si tratta di attività per loro stessa natura caratterizzate da una scarsa visibilità sociale: situate all'interno di zone industriali o mimetizzate tra le abitazioni ed ospitano sovente persone che lavorano e vivono negli stessi ambienti senza uscire mai. Ma soprattutto perché le contestazioni sia di mancato rispetto dei contratti di lavoro che delle più basilari norme di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro, comminate a seguito delle irruzioni, non portano quasi mai alla chiusura dell'attività ma al pagamento di banali sanzioni pecuniarie".  "Per questo chiediamo da tempo con forza leggi più severe e maggiori controlli -conclude Secco-. E ci appelliamo al Ministro degli Interni Roberto Maroni ed ai suoi referenti sul territorio -i Prefetti- affinché pongano verso il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori clandestini, in particolare nei laboratori cinesi, la medesima attenzione e determinazione profusa nel contrasto degli sbarchi di clandestini sulle nostre coste. Gli effetti della sostituzione in atto tra contoterzisti italiani con quelli di etnia cinese hanno infatti raggiunto livelli devastanti per il tessuto produttivo artigiano".A parlare sono i numeri. Nei soli settori manifatturieri delle Confezioni di articoli di vestiario, pellicce, concia, cuoio e Articoli da viaggio e nella fabbricazione di mobili l'incidenza dei titolari cinesi in Veneto, in soli quattro anni, è più che raddoppiata, passando dall'8,7% del 2004 al 19,6%, del 2008 con un incremento di quasi undici punti percentuali. In alcune province venete la crescita negli ultimi quattro anni dell'incidenza dei titolari cinesi è stata tumultuosa. A Rovigo si registra la maggiore crescita del peso dei cinesi nei settori del Tessile abbigliamento, pelli, gomma e mobili, la cui incidenza sale dal 19,7% del IV trimestre 2004 al 46,6% del IV trimestre 2008, con un maggior peso pari a 26,9 punti. Seguono Padova (dal 10,0% al 23,7%), Treviso (dal 9,1% al 19,9%), Venezia (dall'8,0% al 18,2%), Vicenza (dal 6,2% al 12,3%), Verona (dal 6,8% all'11,0%), mentre a Belluno il fenomeno rimane trascurabile.