Skip to main content







Proposta di revisione della Commissione Europea sull’etichettatura alimentare

Confartigianato ha elaborato un documento di contributi alla Road Map avviata

14 giugno 2021

La Direzione Generale Santé della Commissione Europea (responsabile della politica UE per la sicurezza e salute alimentare) nell’ambito del piano Green Deal Europeo, all’interno del quale una specifica linea d’intervento riguarda la revisione in chiave ambientale della strategia “Farm to Fork”, per rendere i sistemi alimentari più sostenibili, intende apportare modifiche ed aggiornamenti del Regolamento (UE) 1169/2011, relativo all’etichettatura degli alimenti.

In particolare la proposta è articolata sui seguenti punti:

  • etichettatura nutrizionale obbligatoria armonizzata nella parte anteriore della confezione (FOP). Si intende evidenziare i dati nutrizionali anche attraverso immagini e simboli grafici (Nutriscore basato sui colori, rappresentazione a batteria, ecc.) per mettere in luce il “peso” relativo di calorie, grassi, zuccheri e sale nei singoli prodotti e segnalare con un sistema a 5 colori (passando dal verde al rosso) se un determinato cibo è in linea con un corretto equilibrio nutrizionale (verde) o se uno degli elementi è percentualmente troppo alto (rosso);
  • definizione di “profili nutrizionali” che limitano la promozione (tramite nutrizionali e sulla salute) di alimenti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e/o sale. Il regolamento (CE) n. 1924/2006 sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sugli alimenti (“regolamento sulle indicazioni”) richiedeva già la definizione di profili nutrizionali e la recente valutazione di tale regolamento, pubblicata insieme alla strategia Farm to Fork, conclude che l’impostazione dei profili nutrizionali resta pertinente e necessario per garantire un livello elevato di protezione dei consumatori;
  • estensione dell’indicazione obbligatoria dell’origine o della provenienza a più prodotti alimentari per garantire una piena armonizzazione in questo settore. Questa iniziativa garantirà che i consumatori di tutta l’UE ricevano le stesse informazioni sull’origine e contemporaneamente ciò preserverà l’integrità del mercato unico creando condizioni di parità in tutta l’UE;
  • promozione (tramite indicazioni nutrizionali e sulla salute) di alimenti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e/o sale. Il regolamento (CE) n. 1924/2006 sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sugli alimenti (“regolamento sulle indicazioni”) richiedeva già la definizione di profili nutrizionali e la recente valutazione di tale regolamento, pubblicata insieme alla strategia Farm to Fork, conclude che l’impostazione dei profili nutrizionali resta pertinente e necessario per garantire un livello elevato di protezione dei consumatori;
  • estensione dell’indicazione obbligatoria dell’origine o della provenienza a più prodotti alimentari per garantire una piena armonizzazione in questo settore. Questa iniziativa garantirà che i consumatori di tutta l’UE ricevano le stesse informazioni sull’origine e contemporaneamente ciò preserverà l’integrità del mercato unico creando condizioni di parità in tutta l’UE;
  • revisione delle norme dell’UE sull’indicazione della data (“da utilizzare entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”). La finalità è di impedire ai consumatori di scartare inutilmente gli alimenti quando la data di scadenza non è tassativa ma solo un’indicazione del tipo “è preferibile entro”, evitando così che molto cibo ancora del tutto commestibile venga scartato.

Sulla proposta della Commissione Confartigianato ha elaborato un documento di contributi alla Road Map avviata e che Confartigianato ha sottoposto anche a SME United, l’organizzazione europea alla quale Confartigianato aderisce.
In sintesi sul primo punto Confartigianato ha evidenziato che il sistema di etichettatura nutrizionale per il confezionamento frontale (FOP) dovrebbe restare volontario ma armonizzato tra tutti i paesi UE, al fine di una comparabilità tra i prodotti europei, optando per il sistema italiano “Nutrinform Battery” che fornisce una informazione chiara e sintetica sulla presenza di alcuni nutrienti negli alimenti, in modo che il consumatore possa operare una scelta funzionale all’interno di una dieta varia e bilanciata.
Confartigianato ha espresso preoccupazione per la creazione di profili nutrizionali a livello di UE in quanto gli alimenti verrebbero classificati in modo “manicheo”, unicamente in relazione alla presenza di determinati nutrienti, senza considerare il valore complessivo nutritivo del cibo o l’assunzione complessiva di nutrienti della dieta giornaliera assunta, tra “buoni” o “cattivi”, inducendo erroneamente i consumatori a credere nell’utilità di eliminare specifiche categorie di alimenti.
Occorrerebbe piuttosto che sia sviluppato, da parte del settore pubblico, un programma di orientamento e educazione alimentare nei confronti dei consumatori in modo da renderli più consapevoli e correttamente informati su come trarre vantaggio dal valore nutritivo dei diversi alimenti.
Sull’intenzione di rendere obbligatoria per altri prodotti rispetto a quelli che ne sono già in possesso, l’indicazione di origine o provenienza Confartigianato ha sottolineato che potrebbero crearsi sperequazioni tra il prodotto dell’industria standardizzato e quindi facilmente indicante l’origine e quello dell’artigianato e delle MPMI, che in funzione dei cambi delle zone di approvvigionamento degli ingredienti, dovrebbe rivedere per ogni lotto di produzione le indicazioni di origine relative al paese. Occorre mantenere quindi la volontarietà dell’indicazione con opzione per “UE” o “Non UE” o “UE e Non UE”.
Al fine di ridurre fortemente lo spreco alimentare Confartigianato ha infine condiviso l’opzione di rivedere le norme sulla indicazione delle scadenze dei prodotti per favorire una migliore comprensione delle stesse da parte dei consumatori ed un loro diverso comportamento. In modo particolare occorre fornire una corretta interpretazione della dizione “da consumarsi preferibilmente entro” che corrisponde al TMC, termine minimo di conservazione, da intendersi invece non come la data limite per il consumo ma la data superata la quale il prodotto pur cedendo dal punto di vista della qualità organolettica mantiene ancora le caratteristiche di sicurezza e quindi può essere ancora consumato.