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REDDI-TEST, STUDI DI SETTORE E REDDITOMETRO

Le novità della agenzia delle Entrate per il 2013

Fughiamo subito alcuni dubbi.
• Il Redditest non riguarda le imprese (il cui reddito verrà ancora stimato con gli studi di settore) ma i nuclei familiari/le persone;
• non è obbligatorio e
• non viene compilato on–line ma scaricato dal singolo cittadino e utilizzato sul proprio PC.

Per quanto riguarda l’artigianato, rimarrà la valutazione di coerenza e congruità al proprio studio di settore ma in aggiunta, con il redditomento, l’Agenzia delle Enterate valuterà anche la “capienza” personale cioè se il tenore di vita sia coerente con la dichiarazione dei redditi. Detto questo, si tratta di uno strumento di autovalutazione che ha l’obiettivo di creare un nuovo rapporto contribuente-fisco. In vista dell’entarta in vigore del redditometro, il prossimo anno, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di fornire ai cittadini la possibilità di sapere in anticipo come lo Stato intende valutare la capacità di spesa di una persona e dare loro la possibilità di regolarsi di conseguenza. A partire dal 2012 infatti l’Amministrazione finanziaria ha reso operativo il “Nuovo Redditometro 2012”. In particolare, in sede di controllo delle dichiarazioni dei redditi, l’Agenzia delle Entrate si avvarrà del nuovo redditometro per porre in essere una verifica preventiva relativamente la coerenza del reddito dichiarato dal contribuente rispetto la capacità di spesa dello stesso. La valutazione di “capienza” del reddito verrà effettuata attraverso l’analisi di specifici elementi di spesa (circa 100 indicatori di spesa rappresentativi di tutti gli aspetti della vita quotidiana, suddivisi in 7 macroclassi). Il controllo incrociato delle voci di spesa rappresentative, con le dichiarazioni presentate dal contribuente, permetterà all’Amministrazione Finanziaria di valutare la coerenza tra uscite ed entrate del soggetto. Se il risultato dell’analisi è un manifesto discostamento tra le spese effettuate e la capacità reddituale, il contribuente sarà innanzitutto chiamato dall’Amministrazione finanziaria a dare spiegazioni relativamente la propria situazione. Di fatto, uno degli elementi d’innovazione nell’ambito dei controlli che l’Agenzia delle Entrate andrà a svolgere, si identifica con la preventiva richiesta di dati e notizie per una ricostruzione sintetica del reddito, prima ancora di intraprendere il procedimento di accertamento ai fini della lotta all’evasione fiscale. Per agevolare i contribuenti, l’Agenzia delle Entrate, in data 20 novembre 2012, ha messo a disposizione del cittadino, sul proprio sito internet istituzionale, uno specifico software per l’auto-diagnosi della coerenza fiscale, che nel totale rispetto della privacy permette di valutare la coerenza tra il reddito familiare presunto che si avrà in dichiarazione, e le spese sostenute nell’anno, offrendo una prima e sintetica indicazione relativamente la sussistenza del rischio di un futuro accertamento fiscale. Il software di controllo, chiamato “REDDI-TEST”, una volta scaricato, potrà essere utilizzato dai contribuenti per porre in essere una preventiva verifica della propria situazione, sulla base dei dati a loro disposizione, in vista della futura compilazione della dichiarazione dei redditi.
Le perplessità. Stà di fatto che il software è complesso, e calcola in sé dati che non sono visibili, ma che sono stati inseriti dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate. Il contribuente pensa di mettere una cifra spesa in quel settore, e che tutto finisca lì. Invece automaticamente il redditest elabora quel dato e con la funzione di regressione lo inquadra secondo logiche prestabilite. Inoltre, altro “baco”, una volta effettuato il test si serve dell’uso di un semaforo senza però quantificare di quanto una persona sia “fuori” budget. Se il risultato sarà una luce verde ciò indica che vi è congruità tra il reddito e il tenore di vita. Al contrario, se si avrà un risultato negativo, scatta un semaforo rosso. In questo specifico caso al contribuente è data la possibilità di rivedere i dati in proprio possesso, verificando se siano stati omessi dei redditi, o se gli elementi immessi siano stati indicati in modo errato. In ogni caso, la non coerenza in sede di verifica della dichiarazione dei redditi, non è automaticamente sinonimo di evasione, agli scostamenti potrà seguire la richiesta al contribuente, da parte del fisco, di dare spiegazioni relativamente le informazioni rese in sede di dichiarativa. Lo strumento è diabolico, e rischia di trasformarsi nella nuova tortura dei contribuenti. Chiamati a difendersi a ripetizione anche se non hanno fatto nulla. L’unica certezza è che il Redditest non è obbligatorio.