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RECORD DELLA PRESSIONE FISCALE SULLE IMPRESE MANIFATTURIERE VENETE

La tassazione d’impresa arriva al 68,5%, bandiera nera in Europa

Con il 68,5% di total tax rate (parametro che misura il rapporto tra la somma di tutte le imposte e tasse pagate dall’impresa ed i profitti al lordo di tutte le tasse considerate), il Veneto, assieme a Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, è ai vertici del carico fiscale complessivo tra le prime 10 maggiori regioni europee per occupazione nel settore manifatturiero. Il dato viene dal rapporto Paying Taxes 2012 della Banca Mondiale, che ogni anno analizza i sistemi di tassazione della quasi totalità delle economie del mondo.

“Il Veneto, al 4° posto nella classifica delle regioni europee con la maggiore incidenza di occupati nel manifatturiero subito dietro Lombardia, Catalunia e Stuttgart, è tra le prime dieci regioni produttive d’Europa. Compete con Stoccarda, Dusseldorf, la Catalogna e l’Ile de France -spiega il presidente della Confartigianato Imprese Veneto, Giuseppe Sbalchiero– Ma siamo appesantiti da un carico fiscale complessivo assolutamente spropositato, non paragonabile con quello delle altre maggiori realtà produttive europee, per non parlare del resto del mondo. E questo, assieme al peso della burocrazia, determinerà nel medio periodo il nostro declino economico, perché l’eccessivo peso di fisco e burocrazia si mangiano ogni possibilità di sviluppo e di accrescere la competitività”.

Vedi tabella

Se i nostri imprenditori campioni del “made in Italy”, dalla moda alla meccanica, dal legno ed arredo all’alimentare, devono far fronte ad una pressione fiscale record, ben diversa è la situazione dei loro “vicini”. In Catalugna ad esempio, il carico fiscale complessivo si ferma 20 punti percentuali sotto a 38,7%. A Slaskie in Polonia c’è un carico di 43,6 punti, mentre a Soccarda e Dusseldorf si ferma al (46,7%). Più vicini a noi  Ile de France e Rhone con un valore di 65,7%.  Il total tax rate si determina sommando le tasse sui profitti (22,8%) a quelle sul lavoro (43,4%) e ad altre tasse per 2,3 punti.
“A questo va aggiunto che siamo primi anche come carico burocratico, perché da noi le imprese dedicano mediamente 285 ore annue agli adempimenti, contro una media mondiale di 277 ore -commenta Sbalchiero- Ora, è evidente che, tra aumenti di pressione fiscale e mancate semplificazioni burocratiche e istituzionali, l’Italia sta segando il ramo sul quale è seduta, è evidente che nel medio termine rischiamo la desertificazione produttiva, in assenza di una politica e di una cultura d’impresa. Qui non si tratta di chiedere l’impossibile, non aspiriamo ad avere un carico fiscale simile a quello di paradisi fiscali quali il Lussemburgo (20,8%) o Cipro (23,1%). Ma occorre arrivare ai livelli di Germania (46,7%) e Spagna (38,7%), avviando immediatamente un percorso virtuoso. Invece, siamo alle prese con ulteriori aumenti del prelievo fiscale e con ulteriori diminuzioni del credito.”