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RC AUTO E RISARCIMENTO “IN FORMA SPECIFICA”, I CARROZZIERI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE. CAZZARO (CONFARTIGIANATO VICENZA): “ALTRO CHE LIBERALIZZAZIONI, COSÌ SI PENALIZZANO IMPRESE E AUTOMOBILISTI”

“Non accettiamo di essere messi fuori mercato in nome di una presunta riduzione delle tariffe Rc Auto e di una finta liberalizzazione”. È quanto sostengono i Carrozzieri di Confartigianato Vicenza – 400 aziende – contestando la misura, contenuta nel pacchetto di norme sulla riforma dell’RC Auto varata dal Governo, che renderebbe di fatto obbligatoria la “forma specifica” nel risarcimento dei danni dei veicoli incidentati. Vale a dire, fare riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime.

“In questo modo – precisa Roberto Cazzaro, presidente provinciale della categoria – si rischia di far chiudere migliaia di carrozzerie indipendenti, che non operano in convenzione con le Assicurazioni, e si impedisce ai cittadini di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia. Questa norma – continua Cazzaro – è l’esatto contrario delle liberalizzazioni, perché si indirizza tutto il mercato della riparazione verso le carrozzerie, alle quali le Assicurazioni impongono condizioni contrattuali capestro, inoltre con questo Decreto stabiliranno anche i costi degli interventi, dopo aver deciso i premi assicurativi”.

“È singolare – aggiunge il presidente – che proprio nelle misure indicate dal Governo per abbassare i costi a carico delle Pmi si nasconda un meccanismo in grado di mettere fuori mercato migliaia di piccole imprese. Col provvedimento sulla riforma della Rc Auto si va in direzione opposta rispetto alla libera concorrenza nel settore, e senza che ciò permetta di realizzare il tanto auspicato calo delle tariffe assicurative. Inoltre, la norma crea un grave e palese conflitto d’interesse in cui ricadono le Assicurazioni che, per legge, sono obbligate a risarcire il danno e non a occuparsi direttamente della riparazione. Anche per questo è da tempo che chiediamo ad ANIA, l’Associazione nazionale delle assicurazioni, un tavolo tecnico per esaminare il problema e formulare una proposta di regolamento e codice deontologico.