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LO «STATUTO DELLE IMPRESE» DIVENTI PRESTO LEGGE PER IL RILANCIO DELLE PMI

Agostino Bonomo, presidente Confartigianato VicenzaNel mondo siamo il Paese con la più alta densità di piccole imprese, ma anche quello con il maggior numero di ostacoli alla libertà d’iniziativa economica.
Lo Statuto delle imprese, approvato di recente dalla Camera con un consenso largamente “bipartisan” e ora all’esame del Senato, rende applicabili i principi dello Small Business Act europeo alla legislazione nazionale, individuando norme – alcune delle quali immediatamente applicabili – tali da porre le Pmi al centro dell’iniziativa politica e delle strategie di sviluppo.

Vanno, in questo caso, sottolineati l’impegno e la determinazione parlamentari per costruire provvedimenti che riconoscano e valorizzino il ruolo e il contributo all’economia delle nostre 4.223.639 micro e piccole aziende. E l’ampia e trasversale condivisione della proposta di legge da parte dei deputati firmatari dell’iniziativa, sia tra le forze della maggioranza che tra quelle dell’opposizione, dimostra che l’Italia è unita nel considerare le attività di tale dimensione un patrimonio da valorizzare e sostenere.

 

Nell’Ocse, l’Italia è il Paese col maggior numero di piccole imprese, ha il record di occupati nelle aziende manifatturiere con meno di 20 addetti e ricava la maggior quota di Pil proprio dalle Pmi. Un universo nel quale operano un milione e mezzo di aziende artigiane, 145mila delle quali nel Veneto, 26.700 nella sola provincia di Vicenza.

 

Si è parlato di una “rivoluzione copernicana” per il nostro Paese, ed è davvero così. Anche come Confartigianato Vicenza abbiamo condiviso fin dalla sua genesi la normativa, perché rovescia la tradizionale prospettiva di privilegio della grande industria, applica il principio di libertà economica espresso dalla Costituzione e contribuisce a liberare l’azienda dai lacci delle burocrazia con lo stimolo alla semplificazione. Tra gli aspetti fondamentali dello Statuto, meritano di esserne segnalati alcuni: la misurazione preventiva dell’impatto delle disposizioni legislative e amministrative sulle piccole imprese; l’applicazione di criteri di proporzionalità e gradualità nell’introduzione di nuovi adempimenti in base alla dimensione dell’impresa, al numero di addetti e al settore di attività; la riduzione e la trasparenza degli oneri informativi a carico delle imprese; misure per contrastare i ritardi di pagamento; la reciprocità nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese; la sostituzione dei controlli pubblici attraverso il ricorso alle certificazioni. Di fondamentale importanza è anche l’istituzione della legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro e piccole imprese, e l’introduzione di una riserva del 60% degli incentivi alle Pmi.  
Perciò, se il principio base dello Small Business Act europeo è “pensare innanzitutto al piccolo”, questa è l’occasione per promuovere la crescita delle micro, piccole e medie imprese risolvendo i problemi che continuano a ostacolarne lo sviluppo. Confidiamo inoltre nell’atteggiamento costruttivo delle amministrazioni regionali, soggetti necessari per la completa attuazione dello Statuto».