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LISTE MOBILITÀ PER IMPRESE SOTTO I 15 DIPENDENTI

Sbalchiero: “Una soluzione ‘veneta’ è possibile. Serve però un patto con la Regione ed i Sindacati dei lavoratori  che permetta l’intervento della bilateralità”.

“E’ possibile trovare una via “veneta” che risolva il problema dei 26mila iscritti alle liste di mobilità. Serve però un patto con la Regione Veneto e le Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori che possa permettere l’intervento della bilateralità” A proporlo è Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che spiega: “il dibattito da noi promosso sulla questione della cancellazione degli incentivi da destinare ai dipendenti licenziati da piccole imprese ed iscritti nelle liste della legge 236 è stato positivo in quanto, almeno nel Veneto, ha scosso un bel po’ di coscienze. Ed ha evidenziato ancora una volta come in una società complessa come la nostra è sufficiente una riga di una disposizione legislativa a modificare, in peggio, la vita e le aspettative di migliaia di persone. Non è più possibile affrontare le tematiche del lavoro a “spizzichi e bocconi” –prosegue il Presidente- ed il nuovo Governo dovrà impegnarsi su un metodo nuovo che porti ad editare testi unici sui singoli temi. Altrimenti non ne verremmo più fuori”.
Premesso questo, cosa è possibile fare, qui nel Veneto, per i dipendenti licenziati?
“Condivido –dichiara Sbalchiero- la posizione del Segretario CGIL Viafora che prefigura uno strumento legislativo per risolvere la questione, ma purtroppo una soluzione di questo tipo necessita di tempi lunghi. Suggeriamo allora tre tappe che potrebbero facilitare le cose: la prima è rivolta alla Regione e consiste nel mantenere in vita l’iscrizione dei lavoratori alla “lista 236”. La potestà legislativa è in capo alla stessa Regione e ciò non dovrebbe costituire un problema. Naturalmente essendo le agevolazioni contributive materia esclusiva in capo allo Stato, le aziende continuerebbero a non avere incentivi alla loro assunzione ma, almeno, verrebbe salvaguardato, nei numeri e nei nomi, il patrimonio veneto di competenze e conoscenze. Ma non solo. Infatti proponiamo, ed è la seconda azione, alle OOSS la sottoscrizione di un accordo regionale per il settore artigiano, nel quale prevediamo una specifica causale di assunzione a termine legata alla iscrizione della lista 236. Non ci dilunghiamo su aspetti tecnici quali ad esempio le novità in merito contenute nella legge Fornero. La terza, e più importante: in contemporanea, sempre con le OOSS, discutiamo su forme di incentivazione da parte della bilateralità artigiana da destinare alle imprese che assumono dipendenti dalla lista. Contributo che potrebbe essere lasciato alle imprese anche nel caso in cui il Governo operi il ripristino degli incentivi premiando così quelle che hanno accettato il rischio di introdurre nuovi lavoratori senza avere la garanzia di benefici contributivi”.
“Si tratta di una proposta aperta –conclude Sbalchiero-. Suggerimenti e idee sono i benvenuti. Discutiamone assieme. Certo è che non dobbiamo rimanere inerti e passivi ad aspettare soluzioni dall’alto che potrebbero non arrivare mai. Agiamo nel nostro ambito veneto per quanto ci è possibile. Aziende e dipendenti lo capiranno e ci premieranno con la loro fiducia”.