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LE AZIENDE CONCIARIE DI CONFARTIGIANATO VICENZA IN CINA PER AMPLIARE IL PORTAFOGLIO CLIENTI

Cina, solo concorrente o potenziale committente? Con questo quesito, tra scetticismo e curiosità, si sono recentemente recate in Cina le piccole aziende della concia di Confartigianato di Vicenza, dopo un incontro propedeutico di fine 2011.
L’iniziativa, realizzata grazie ad EBAV e Made in Vicenza, ha permesso di vedere l’elevato progresso economico e anche di “occidentalizzazione di una nazione che sta ancora crescendo, con tassi di espansione vicini alle due cifre. La missione è stata strutturata per consentire sia incontri di livello istituzionale con le associazioni e con grossisti del comparto pelle, e sia incontri d’affari per le aziende interessate ad ampliare il proprio ambito commerciale.

La grande impresa italiana della concia esporta già il 21% nell’area Cina, che rappresenta il primo nostro mercato di sbocco, ma la forte crescita sul mercato cinese della domanda di alcuni prodotti in pelle, specialmente per borse scarpe e abbigliamento, porterà a un aumento della domanda che, spinta dalla maggiore disponibilità dei consumatori finali, si orienterà su prodotti e pelli conciate di qualità, a vantaggio quindi della produzione italiana. Dunque, anche le piccole medie aziende, se opportunamente supportate, potrebbero giocare le loro carte. Le aziende della concia in Cina tendenzialmente lavorano nella fascia media o bassa del mercato e anche nella finta pelle: Canton, per esempio, ha un grosso nucleo produttivo e commerciale orientato a tale prodotto, che la delegazione vicentina ha potuto visitare.
Nel corso della missione, a riprova del fatto che la professionalità e il know how dei conciatori italiani sono ampiamente riconosciuti, ad accogliere la delegazione vicentina nel distretto di Huadu c’era Huang Guizhao, ministro degli Esteri e Investimenti della regione di Canton, e sia in questo che in altri incontri è emersa anche la loro volontà di migliorare il livello qualitativo dei loro prodotti. Se da un lato questo aspetto può preoccupare, in quanto, migliorando, le aziende cinesi potrebbero diventare potenziali concorrenti, dall’altro è anche arrivata la conferma che la Cina sta cambiando il suo modello di sviluppo, dando soprattutto priorità alla domanda interna grazie a un classe media che si può permettere livelli occidentali di consumo.
E’ mercato  che può rivelarsi interessante anche per le piccole imprese della vallata del Chiampo, visto che la produzione locale cinese non è in grado di soddisfare la domanda interna di pelle per borse, scarpe e abbigliamento.
Il governo cinese, intanto, alle imprese della concia ha già dettato le sue direttive: limitare la frammentazione del settore, puntare su insediamenti produttivi in alcune zone, dando priorità a insediamenti di grandi dimensioni (chiudendo le aziende con bassa produzione) per combattere l’inquinamento, aumentare l’efficienza produttiva e incentivare la produzione di vera pelle.