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“LA PASTA ARTIGIANALE OFFRE MAGGIORI GARANZIE”: IL PRESIDENTE DEI PASTAI CONFARTIGIANATO VICENZA, CARLO ZAMPIERI, SUL CASO NESTLE’

Con il ritiro da parte della Nestlè dagli scaffali di ravioli e tortellini di manzo Buitoni (che fa capo al colosso alimentare), dopo che sono state rinvenute tracce di Dna di carne di cavallo pari all’1%, è ritornata alla ribalta la questione della sicurezza alimentare.
Commenta a margine della vicenda Carlo Zampieri, presidente di Pastai di Confartigianato Vicenza: “La riscoperta del prodotti tipici, delle De.Co., del km O, l’impegno per la filiera corta, per la tracciabilità dei prodotti, dimostrano, mai come in questi casi, quanto gli operatori artigiani del settore alimentare abbiamo estrema attenzione in quello che offrono al consumatore. Il cliente, infatti, se vuol essere più sicuro di quel che acquista e, non solo in occasioni speciali, farebbe  bene a tornare ad acquistare prodotti artigianali freschi”.  
“Nello specifico, per quanto riguarda la pasta ci sono due “mercati” – prosegue Zampieri-. Da un lato abbiamo i colossi alimentari che globalizzano, uniformano e sterilizzano la loro offerta a scapito della qualità, del gusto e soprattutto del controllo di filiera. Dall’altro c’è il crescente interesse in tema di biodiversità e prodotti a km O per opera e merito soprattutto dei piccoli pastifici. La pasta d’altro canto rappresenta il Made in Italy per eccellenza fatto di tradizione, conoscenza, ricerca di prodotti di qualità e soprattutto territoriali”.
“L’impegno degli artigiani del settore non manca nel diffondere una cultura della qualità e della sicurezza, ma è assolutamente necessario che la politica emani norme che aiutino le persone a  distinguere le diverse produzioni e non il contrario. L’Unione Europea, ad esempio – continua Zampieri-, farebbe bene ad intervenire sul grande scippo che è stato operato ai danni della piccola impresa artigiana con l’abrogazione della norma che fissava in cinque giorni dalla data di produzione la durabilità della pasta fresca. Un regalo alle imprese multinazionali che ha annullato le differenze tra il prodotto artigiano e quello industriale, pregiudicando la libertà del consumatore di poter scegliere”.
“Chissà – conclude Zampieri- che questo scandalo possa portare a  una ridenominazione delle paste sfuse in “pasta fresca” e “pasta fresca pastorizzata”. Dove, ovviamente, è solo la pasta fresca quella che garantisce ai consumatori tutte le peculiarità e le caratteristiche organolettiche del vero prodotto artigianale italiano”.