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JULIO GONZALEZ, PAOLO ROSSI E GELINDO BORDIN OSPITI DELLO «SPAZIO GIOVANI» DELL’ASSOARTIGIANI VICENZA

20/03/2008JULIO GONZALEZ, PAOLO ROSSI E GELINDO BORDIN OSPITI DELLO «SPAZIO GIOVANI» DELL'ASSOARTIGIANI VICENZAI campioni dello sport Julio Gonzalez, Paolo Rossi e Gelindo Bordin sono stati ospiti dello Spazio Giovani, secondo appuntamento promosso da Assoartigiani Confartigianato Vicenza con il Vicenza Calcio nell'ambito della Scuola per Genitori e dedicato agli studenti del Vicentino del triennio delle scuole superiori. Intervistati dallo psicologo Ferruccio Cavallin, sul tema Come si riparte da una sconfitta, gli ospiti non si sono sottratti alla curiosità degli oltre 700 ragazzi giunti in Fiera.In particolare Julio Gonzalez, ex giocatore del Vicenza Calcio, amato dai vicentini per i suoi gol ma anche per la sua vicenda personale che l'ha visto sfortunato protagonista nel 2005 di un terribile incidente che gli ha causato l'amputazione del braccio sinistro, è stato applaudito a lungo per la sua serenità, la sua forza d'animo e la sua semplicità.«La grandezza di un uomo- ha detto il bomber paraguayano- si misura per tutte le volte in cui riesce a rialzarsi dopo una caduta. Per me, dopo l'incidente, è stato fondamentale riuscire a trovare le forza per tornare a fare quello che ho sempre voluto fare: il calciatore. E ci sono riuscito grazie alla fede, alla famiglia e agli amici». «Già nei primi tempi in ospedale, uscito dalla rianimazione, mi sono reso conto che poteva andarmi peggio- ha spiegato Gonzalez – . Avrei potuto lasciare una giovane sposa senza marito, due bimbi piccoli senza papà, quindi ero già fortunato e dovevo ringraziare Dio. Io avevo tutto: famiglia, affetti, il calcio, la salute, l'intelligenza, la felicità, il benessere. Avendo avuto così tanto, uno "sgambetto" della sorte ci poteva stare. Lì ho imparato a dare valore alle cose veramente importanti».«Di fronte a esperienze come questa, le nostre sconfitte sembrano tutte piccole – ha proseguito Paolo Rossi, bomber biancorosso ai tempi del Real Vicenza, nonché capocannoniere nell'Italia vincitrice al Mundial di Spagna nel 1982 e conosciuto in tutto il mondo come Pablito -. Le sconfitte però ci sono, nello sport come nella vita,  e probabilmente più si va in alto più è dura la caduta. L'importante è non perdere mai di vista i propri obiettivi, che danno la forza per rialzarsi e reagire».«La sconfitta è un argomento difficile – ha esordito Gelindo Bordin, maratoneta, vincitore dell'oro Olimpico a Seul nel 1988-. Per me che ho fatto uno sport individuale, poi, perdere era solo un fatto mio. Oltre alle grandi sconfitte, che però più sono pesanti e più ti danno la rabbia per reagire, bisogna imparare a superare e affrontare quelle piccole, perché sono quelle che piano piano ti tolgono la fiducia nelle tue possibilità e riducono la capacità di credere in te stesso».Moltissimi gli sms inviati dai ragazzi per conoscere meglio gli ospiti, per sapere come hanno reagito alle sconfitte, per sapere cosa li ha aiutati, per curiosare nei momenti più belli della loro vita o sapere se qualche volta è capitato anche a loro di sentirsi soli, per capire cosa hanno provato nel momento della vittoria e se sono più felici e realizzati oggi o erano più contenti da sportivi. In particolare a Rossi e a Gonzalez, il primo papà di un ragazzo di 25 anni e il secondo papà di una bambina di sei anni e di un bimbo di tre, hanno chiesto cosa hanno trasmesso ai propri figli per formare il loro carattere.«I bambini oggi sono abituati ad avere tutto – ha sottolineato Gonzalez -. Appena chiedono qualcosa già ce l'hanno, ma così togliamo loro la voglia di impegnarsi e di sacrificarsi. Io cerco di far capire loro che per ottenere una cosa devono fare anche loro qualcosa di buono, magari andare bene a scuola, o non fare i capricci».La mattinata è volata: ci sono stati tanti interventi e tante richieste che non hanno potuto aver voce per mancanza di tempo, e poi tutti in fila per gli autografi.