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IL 1 OTTOBRE DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE LA LEGGE SUL MADE IN ITALY: L’ITALIA RISCHIA AUTOGOL SE NON VENGONO EMANATI I DECRETI ATTUATIVI

29/09/2010IL 1 OTTOBRE DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE LA LEGGE SUL MADE IN ITALY: L'ITALIA RISCHIA AUTOGOL SE NON VENGONO EMANATI I DECRETI ATTUATIVILa Legge Reguzzoni Versace sul Made in Italy, dopo il si quasi all'unanimità ottenuto in Parlamento, ha subito nelle scorse settimane una brusca frenata e, a pochi giorni dall'entrata in vigore è vicina allo stallo.Al doppio stop alla normativa sul Made in Italy bloccata dal veto dei Paesi del nord Europa e da quello di Bruxelles, che la giudica in contrasto con la libera circolazione delle merci, in questi giorni se ne sta aggiungendo di fatto un terzo: questo si davvero inatteso."In aprile -ricorda Giuliano Secco, Presidente regionale della Federazione Moda di Confartigianato- la Reguzzoni è stata approvata dal Parlamento Italiano con una straordinaria maggioranza (uno solo il voto contrario). Erano previsti però dei Decreti Attuativi che avrebbero dovuto essere emanati per consentirne l'entrata in vigore il primo di ottobre, data alla quale mancano pochi giorni. Il Governo Italiano rischia di fare un clamoroso autogol centrando l'obiettivo, già ampiamente bersagliato da Bruxelles,  di colare a picco autonomamente la legge Reguzzoni-Versace sull'etichettatura obbligatoria a pochi passi dall'entrata in vigore. E se non ci crediamo noi.. perché dovrebbero farlo Paesi privi ormai di una filiera di qualità nella moda?""Siamo sconcertati. -prosegue Secco-, noi continuiamo a difendere quella che consideriamo una buona legge che potrebbe tutelare con maggiore efficacia le nostre produzioni dalla contraffazione che dal commercio illegale. Se lo stop di Bruxelles era prevedibile e quasi annunciato, la eccessiva prudenza del Governo Italiano ci sembra davvero eccessiva". "Non ci piace questo atteggiamento che riteniamo stranamente arrendevole. Noi da giorni insistiamo, attraverso il nostro livello nazionale per l'emanazione comunque dei decreti attuativi. Sarebbe un segnale forte verso l'Europa da parte del più importante produttore europeo di abbigliamento di qualità: l'Italia. Riteniamo che il Governo, seguendo l'indicazione precisa e forte del Parlamento, ha in dovere di farsi portavoce in Europa perché si possa finalmente avere una norma sull'indicazione di origine cogente e che dica chiaramente ai consumatori quel che è fatto in un Paese, quel che è fatto in Europa e quello che è fatto fuori". "I nostri timori e sospetti -conclude Giuliano Secco- si sono trasformati di colpo in certezza nel momento in cui abbiamo potuto disporre di una circolare della Agenzia delle Dogane inviata ai propri uffici territoriali che recita testualmente che le dogane non applicheranno la legge almeno sino a quando non sarà predisposto il decreto attuativo. E così in attesa delle decisioni del Governo la norma finisce nel freezer e le nostre migliaia di imprese artigiane restano nel girone dell'inferno!"