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I dati di maggio sul lavoro rilevano una ripresa delle attività economiche. Venzo: “Prime evidenze incoraggianti; sui prossimi mesi pesa l’incognita commesse”

19 giugno 2020

Prime evidenze delle attività imprenditoriali sul lavoro dall’uscita dell’emergenza sanitaria. Dai dati rilevati da Confartigianato Imprese Vicenza, ricavati dai cedolini paga e relativi a 2.080 aziende che occupano 13mila dipendenti, emerge che la quota di imprese che hanno utilizzo ammortizzatori sociali si è praticamente dimezzata passando dall’88,6% di aprile al 42,4% di maggio.

Analogamente si riduce anche la platea dei dipendenti coinvolti: erano il 37,1% ad aprile scesi al 21,4% in maggio. Ancora, aumentano le ore lavorate, e cala il peso degli ammortizzatori sociali: ad aprile solo il 39% delle ore erano effettivamente lavorate mentre un ulteriore 31,1% veniva coperto con gli ammortizzatori; a maggio la quota di ore effettivamente lavorate sale al 73,5% e si dimezza la quota di ore coperte da ammortizzatori sociali che scende al 10,2%.
Altra evidenza sono i trend del ricorso alle ferie, alla cassa integrazione e all’impiego di straordinari. Nel caso delle prime due voci, le ore di ferie pesavano il 6.9% in aprile mentre rappresentavano il 2% in maggio; quanto alla cassa integrazione il peso è sceso dal 31.1% di aprile al 10.2% di maggio. Relativamente alle ore di straordinario, rilevate sui lavoratori monitorati esse son aumentate del 169% da aprile a maggio.
Questi trend potrebbero proseguire a giugno quale riflesso delle aperture di tutte le attività e della accelerazione delle imprese per evadere gli ordini entro luglio.
“E’ prematuro fare previsioni di alcun tipo su cosa accadrà dopo questo periodo di accelerazione nello smaltimento del lavoro. C’è ora da capire se, una volta smaltiti gli ordinativi pregressi che hanno permesso alle aziende questa ripresa dopo il lock down, e quante commesse arriveranno nei prossimi mesi – commenta Sandro Venzo, delegato alle politiche del lavoro di Confartigianato Imprese Vicenza -. Questo vuol dire anche che, se tutto andrà bene, si potrebbe lavorare d’estate. Imprenditori e lavoratori sanno che a un sacrificio richiesto può corrispondere il futuro dell’impresa e in questo sono accumunati dallo stesso interesse. Penso al comparto della subfornitura della manifattura artigiana per esempio. Ora resta da capire le intenzioni della committenza perché attualmente il calendario ordini si ferma a metà luglio”.
La sensazione di Confartigianato è che il tradizionale fermo di 10/15 giorni da agosto ci sarà, anche per permettere, soprattutto per le aziende moda, di ri programmare le stagioni post covid.
“Analogamente un altro settore importante, quello della metalmeccanica – aggiunge Venzo -, sta evadendo gli ordini pre lock down mentre quelli per luglio sono in calo. In questo caso, essendo il settore per la gran parte fornitore di componentistica, il lavoro è legato a una ‘catena’ di produzione legata alla riapertura delle frontiere. Potendosi spostare i commerciali potranno raccogliere ordini, a patto che partano le imprese industriali (forse ad agosto) nostre fornitrici. Quindi presumibilmente alla normalità si potrà arrivare non prima di fine agosto, primi di settembre”.