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I DATI DELL’OSSERVATORIO CONGIUNTURALE TRA PRIMO SEMESTRE 2007 E PREVISIONI PER FINE ANNO

17/09/2007I DATI DELL'OSSERVATORIO CONGIUNTURALE TRA PRIMO SEMESTRE 2007 E PREVISIONI PER FINE ANNO Restano abbastanza positive, anche se si raffreddano un po', le aspettative dell'artigianato vicentino per la fine 2007. È questo l'esito della rilevazione compiuta dall'Osservatorio Congiunturale dell'Ufficio Studi dell'Associazione Artigiani provinciale intervistando un gruppo di 140 "testimoni privilegiati" tra imprenditori, dirigenti e funzionari associativi per la rilevazione delle percezioni su produzione, export, occupazione, prezzi. Ci sono previsioni di aumento per produzione ed export, di un'occupazione ancora ferma ma non in calo, di prezzi di approvvigionamento sempre in sensibile aumento. Un buon segnale arriva dal livello prezzi di vendita, sui quali finalmente si rileva una tendenza all'aumento. Infine, ancora sostanzialmente fermi gli investimenti: a medio termine, per l'imprenditore artigiano, è ancora difficile scorgere motivi solidi per superare la prudenza e prendere rischi.«Conforta – commenta il presidente Giuseppe Sbalchiero – il segno positivo, ma non basta a far intravedere entro il 2007 quello slancio pronosticato in precedenza. Sono tre le ipotesi che si possono fare: la prima è che possiamo pensare a un artigianato volutamente e consapevolmente prudente, dopo la difficile esperienza del rallentamento subito negli ultimi semestri; in seconda istanza, possiamo credere nella ripresa, ma come l'esperienza insegna, per la stessa conformazione del nostro sistema economico, essa arriva "in ritardo" alla piccola impresa, dovendo "passare" prima attraverso quella media e grande, con le quali il mondo dell'artigianato è fortemente interconnesso; infine, possiamo immaginare un sistema economico che si è rimesso in moto, ma che non è più quello di prima: sono dunque necessari tempi più lunghi del previsto per consentire alle imprese di capire dove e come investire le proprie risorse. Non c'è rischio senza incertezza, questo è ovvio, ma l'eccessiva incertezza può limitare la voglia di rischiare».Dal punto di vista della produzione, gli artigiani dimostrano di "azzeccare" le previsioni restando, come si dice, con i piedi per terra: nel primo semestre 2007, a fronte di un saldo previsto (differenza tra previsioni ottimistiche e pessimistiche) di +25, il saldo "a consuntivo" è arrivato a +24,8: più di metà delle imprese hanno chiuso il bilancio intermedio di giugno con un segno positivo rispetto al precedente semestre. Guardando al futuro, oltre il 40% dei testimoni interpellati prevede un aumento della produzione nel secondo semestre del 2007.Una valutazione "a consuntivo" migliore rispetto alle previsioni per l'artigianato c'è sul fronte dell'export: all'aspettativa di sostanziale stabilità di fine 2006 ha fatto seguito, nel primo semestre 2007, un andamento positivo, grazie all'aumento delle esportazioni registrato da un quarto delle imprese. Anche sui mercati internazionali i venti della crisi sembrano essersi placati: la ricerca fruttuosa di nuovi mercati e una generalizzata ripresa degli scambi internazionali ha invertito la tendenza di calo registrata negli ultimi anni. Anche le imprese artigiane  "esportatrici abituali", dunque, guardano con più ottimismo al futuro: il 21,9% prevede di aumentare le proprie vendite all'estero e il 2,2% addirittura di aumentarle in maniera significativa. Stabile invece l'andamento dell'occupazione: nel primo semestre dell'anno oltre il 67% delle imprese non ha modificato il proprio organico, mentre circa il 19% lo ha ridimensionato e il 13% lo ha aumentato. E c'è prudenza anche sulle previsioni: le stesse imprese che non hanno assunto nel primo semestre dichiarano di non volerlo fare neanche nel prossimo (il 67,1%). Un lieve saldo positivo (2,14 contro il -7 del semestre appena concluso) non può consentire di parlare di vera e propria inversione di tendenza, anche se va comunque valutata come positiva la tenuta del comparto.Ancora "calda" la situazione percepita sui prezzi di acquisto, a conferma di un andamento in crescita rilevato ormai ininterrottamente da oltre tre anni. Oltre la metà delle imprese artigiane sono unite nella previsione di crescita "moderata" dei prezzi (48,9%) o addirittura "significativa" (4,3%). Irrisorio il peso di chi prevede un ridimensionamento del livello generale dei prezzi, mentre il 42,6% si aspetta stabilità. Timidi ma significativi segnali positivi sul fronte dei prezzi di vendita. Torna con il segno + il saldo complessivo, con un 12,6 che supera la previsione positiva di fine anno 2006. Oltre il 20% delle imprese artigiane sono dunque riuscite a ritoccare verso l'alto i propri listini, segno di un lieve quanto importante aumento del livello della domanda e della capacità competitiva del comparto. Va detto, comunque, che i margini di profitto restano praticamente gli stessi, visto l'andamento dei prezzi di acquisto e la costante pressione degli oneri fiscali e burocratici pendenti sulle imprese. Per quando riguarda gli investimenti, ancora una volta il livello delle aspettative non decolla, anzi si stabilizza su un + 5,6 che conferma la situazione bloccata già rilevata nelle passate indagini. A parte i cosiddetti "investimenti di mantenimento", necessari per consentire all'impresa di alimentare la sua capacità produttiva sulla base degli impegni già assunti, non si registra ancora quel "balzo in avanti" tanto atteso. Tale indicatore segnala dunque, forse meglio degli altri, l'andamento "in proiezione" del mercato da qui a un anno: come detto, l'artigianato appare ancora alla finestra.