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GIORNATA DELLA MEMORIA A VICENZA: L’INCONTRO CON GAETANO SAMUEL ARTALE AL CENTRO VIART

28/01/2010GIORNATA DELLA MEMORIA A VICENZA: L'INCONTRO CON GAETANO SAMUEL ARTALE AL CENTRO VIART «Una testimonianza straordinaria, e commovente, degli orrori della Shoah sulla quale, per quanto si conosca, non si finisce mai di interrogarsi e non si rifletterà mai abbastanza». È questo il commento unanime di quanti hanno assistito, nel decennale della "Giornata della memoria", all'incontro con l'ing. Gaetano Samuel Artale, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz.La serata, ospitata presso Vi.Art, nel Palazzo del Monte di Pietà a Vicenza, è stata organizzata da Unibus Europa Travel e l'Agenzia di viaggi Alfabeto, con il patrocinio del Comune e dell'Associazione Artigiani Confartigianato Vicenza. Il giornalista Mauro Della Valle, ha introdotto il delicato tema, di fronte a un numeroso, attento e sensibile pubblico, tra il quale erano l'assessore Tommaso Ruggeri e i consiglieri comunali Giovanni Battista Rolando, Luca Balzi e Raffaele Colombara, oltre al segretario generale dell'Istituto di storia di Vicenza Giorgio Cracco.Padre cattolico e madre ebrea, Samuel Artale fu deportato insieme a tutta la famiglia ad Auschwitz dove morirono il padre, la madre, il nonno, la zia e la sorella e dal quale uscì, unico superstite della famiglia, il 27 gennaio 1945 quando l'Armata Rossa aprì i cancelli. Il  piccolo Samuel (aveva otto anni), provato nel fisico, ma che mai aveva perso la speranza di sopravvivenza, fu preso in consegna dalla Croce Rossa Internazionale e affidato ad una associazione ebraica che lo trasferì negli Stati Uniti. Oggi vive a Padova ed é docente di Normative Internazionali presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo nonché Valutatore di Sistemi di Gestione per la Qualità, Ambiente e Sicurezza. Tante le domande del pubblico, non solo sugli aspetti orribili della prigionia nel campo di sterminio, ma anche quelli di attualità, dal Negazionismo, alle Comunità ebraiche e all'importanza di mantenere viva la testimonianza e con essa almeno una parte della verità storica.