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FOGAROLLO (CARROZZIERI CONFARTIGIANATO): «INACCETTABILI LE MODIFICHE DEL PARLAMENTO ALLE NORME SULLA RIFORMA RC AUTO»

«È inaccettabile il testo predisposto dalle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera, che riformula l’articolo 8 delle norme sulla riforma dell’Rc Auto contenuta nel Decreto Destinazione Italia. Sulla base di questo nuovo testo si consegna il mercato delle riparazioni nelle mani delle assicurazioni». È quanto dichiara Silvano Fogarollo, presidente nazionale e regionale veneto Confartigianato Carrozzieri, sottolineando che le modifiche approvate in Parlamento non fanno che confermare il potere delle compagnie di assicurazione di dettare le condizioni delle riparazioni.

Rispetto al testo originario delle norme del Decreto Destinazione Italia, rimane confermata una “finta”  facoltà di scegliere il risarcimento in forma specifica in cambio della riduzione tariffaria al momento della stipula del contratto. Così come continua a non essere riconosciuta la cosiddetta riparazione “antieconomica” quando il valore del mezzo è inferiore al valore della riparazione.
I Carrozzieri di Confartigianato segnalano, inoltre, che rimane confermato il fatto che quando la riparazione non è effettuata nella carrozzeria fiduciaria, soltanto nel caso del danneggiato diverso dall’assicurato,  il risarcimento sia effettuato, comunque, ai costi standard definiti dall’IVASS. Inoltre, le modifiche delle Commissioni Finanze e Attività Produttive continuano ad imporre il sostanziale divieto di cessione del credito senza accordo della Compagnia.
«In definitiva – sostiene il presidente  –  il testo depositato in Parlamento non risolve i gravi problemi denunciati da 14.000 imprese di carrozzeria con 60.000 addetti. Continueremo a batterci per modificare norme che rischiano di espellere dal mercato migliaia di imprese. Se non si interverrà immediatamente, modificando  tali norme, si lascerà decidere alle assicurazioni dove, come e quanto risarcire i danni a discapito della qualità della riparazione. Confidiamo che il Parlamento possa tornare sui propri passi».