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FARESIN SULL’INTEGRAZIONE CALENDARIO DIVIETI CIRCOLAZIONE TIR: “INDECENTE L’INCERTEZZA A POCHE ORE DAL PRIMO BLOCCO”

22/07/2011FARESIN SULL'INTEGRAZIONE CALENDARIO DIVIETI CIRCOLAZIONE TIR: "INDECENTE L'INCERTEZZA A POCHE ORE DAL PRIMO BLOCCO""Non è possibile che a meno di 5 ore dall'entrata in vigore del primo dei 5 nuovi divieti di circolazione per i TIR sulle autostrade italiane, non si sappia ancora con ragionevole certezza se esso entrerà in vigore o meno" E' furibonda Maria Teresa Faresin, leader veneta di Confartigianato Trasporti che da due giorni passa il suo tempo a rispondere alle telefonate disperate di decine e decine di colleghi che non sanno cosa fare, come comportarsi. "Rischiamo multe molto salate -spiega la Faresin- che in questo momento di congiuntura difficile rischiano di mettere ulteriormente in ginocchio le finanze delle nostre imprese. Però, se non rispettiamo gli accordi presi, rischiamo sanzioni da parte dei nostri committenti. Una situazione terribile!"  La cronaca di questi giorni l'abbiamo tutti presente! La crisi greca che ha coinvolto tutti i mercati e le economie nazionali con notevoli preoccupazioni da parte dei Governi. Ebbene "come è possibile -si chiede la Presidente- che in questi frangenti in Italia ci sia un provvedimento che limita il lavoro degli autotrasportatori e quindi delle aziende e quindi dell'economia. E questo è il minimo. Quello che ci fa arrabbiare fuori misura è essere trattati come dei burattini da mettere o meno i scena". "Divieto o non divieto -prosegue la Faresin- gli autotrasportatori hanno o no il diritto di sapere? Pare proprio di no! Perché ad oggi ci si deve affidare a considerare se la gazzetta ufficiale uscirà o non uscirà per decidere se c'è o on  c'è il divieto di circolazione dei TIR. Ma dobbiamo fare i legulei o gli autotrasportatori? E lo stesso problema lo hanno in tanti, prefetture, polizia stradale, società autostrade. La questione è questa. Mentre stiamo facendo congetture l'economia, fortunatamente, si muove ovvero non sa se deve muoversi perché non sappiamo se oggi c'è o non c'è il divieto. E quindi rischiare. Gli autotrasportatori dovrebbero mettersi in strada a proprio rischio con il pericolo di essere sanzionati, salvo fare ricorso per una disposizione per cui non abbiamo potuto avere neanche  la certezza della sua cogenza"."Vorremmo credere che l'Italia sia un Paese normale -conclude la Faresin-. Chiediamo solo il rispetto per il nostro lavoro, il rispetto per un servizio essenziale svolto dagli autotrasportatori per l'economia di un Paese nel quale oltre 80% delle merci viaggiano su gomma. Il rispetto di essere adeguatamente informati per poter programmare i trasporti per conto delle nostre aziende committenti. Il rispetto per un'economia nazionale che, nonostante, tutto vuole andare avanti".