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ELEZIONI, L’ASSOARTIGIANI AI CANDIDATI VICENTINI: “PENSATE ALLA PICCOLA IMPRESA”

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30/03/2006ELEZIONI, L’ASSOARTIGIANI AI CANDIDATI VICENTINI: "PENSATE ALLA PICCOLA IMPRESA"_x000D_
Quali sono le aspettative della piccola impresa nei confronti di chi guiderà l’Italia per i prossimi cinque anni? In vista delle elezioni del 9 e 10 aprile, a illustrarle ha provveduto il Consiglio Direttivo dell’Associazione Artigiani di Vicenza, durante due incontri realizzati nella sua sede provinciale ai quali sono stati invitati i candidati e i rappresentanti del centrodestra e quelli del centrosinistra. Per la Casa delle Libertà hanno preso parte al confronto Giorgio Conte, Luigi D’Agrò, Alberto Filippi, Paolo Franco, Stefano Stefani e Pierantonio Zanettin, per l’Unione Pietro Collareda, Mauro Fabris, Laura Fincato, Matteo Quero, Claudio Rizzato, Daniela Sbrollini, Tiziano Treu, Lalla Trupia e Achille Variati. A nome dei dirigenti artigiani presenti, nella sua relazione il presidente provinciale dell’Associazione Giuseppe Sbalchiero ha ricordato come da sempre la categoria persegua "la logica del risultato, sulla base di osservazioni concrete e azioni possibili", e come ciò sia ancor più necessario in un momento di preoccupazione per il quadro economico generale. In vista del voto per il rinnovo del Parlamento e del Governo, perciò, gli artigiani vicentini hanno stilato un documento nel quale sono riassunte le priorità per quelle che ritengono "le necessarie e coerenti scelte di sviluppo"."Come artigiani riteniamo – ha spiegato Sbalchiero – che l’idea di sviluppo sia ancora prevalentemente centrata sulla grande impresa, pubblica e privata, marginalizzando così la piccola impresa e producendo norme che ingessano, anziché incoraggiare, quelle realtà che costituiscono parte rilevante di ogni indicatore economico, occupazionale e sociale, quel sistema di relazioni e di reti che mettono insieme le persone, le imprese e il territorio, in uno scambio di conoscenze e di opportunità che fanno del sistema artigianato una grande impresa"."Certo, serve anche – ha spiegato Sbalchiero – un’industria moderna, competitiva e trainante, ma che non sia protetta, che non scarichi le difficoltà altrove, che collabori sempre allo sviluppo generale; ma senza l’integrazione e la crescita anche della piccola impresa crediamo possa innescarsi la degenerazione del sistema economico e sociale nazionale". Pertanto, l’Assoartigiani vicentina chiede una sorta di "rivoluzione culturale" che assuma la piccola impresa come modello generale, non contrapposto a quella media e grande, ma integrata in un processo di democrazia economica che avvicini il mondo politico e istituzionale alla parte viva del tessuto economico. Un modello che, ha aggiunto Sbalchiero, "trova i suoi capisaldi nella persona, nel lavoro, nello spirito imprenditoriale, nello stretto rapporto col territorio e la sua cultura. Occorre perciò un "patto" tra imprenditorialità personale, politica e istituzioni, perché ognuno, e assieme, faccia la sua parte nell’assumere scelte, comportamenti, regole e azioni che alimentino un "ambiente" favorevole allo sviluppo generale. Indichiamo perciò alcuni contenuti pratici di tale patto, sintetizzando quei temi sui quali c’è molto ritardo e molta aspettativa da parte delle nostre imprese per generare nuovo sviluppo". Tra le richieste, la riduzione dell’eccessivo peso della burocrazia, il federalismo fiscale, la rivisitazione degli Studi di Settore e dell’Irap, l’avvio delle infrastrutture attese da decenni, un accesso alla ricerca e all’innovazione fruibile anche dalle piccole imprese, strumenti adatti per l’internazionalizzazione, tutela della produzione italiana e repressione della concorrenza sleale, un Welfare sottratto ai privilegi e alle rendite di posizione, liberalizzazione e privatizzazione delle principali utilities, riforma della giustizia incoraggiando le forme di conciliazione.Sino a qui l’elenco delle priorità che l’Assoartigiani vicentina giudica essenziali per rilanciare lo sviluppo. Ma nell’incontro con i portavoce politici Sbalchiero, affiancato dal presidente della Confartigianato Veneto Vendemiano Sartor, ha voluto aggiungere anche qualche altro tema. Per esempio la questione della definizione giuridica dell’impresa artigiana, sia rispetto alla normativa europea che non la prevede, sia rispetto a ciò che le singole Regioni stanno facendo in maniera non coordinata, l’applicazione delle nuove tariffe dei premi Inail, um testo unico in materia ambientale meno penalizzante per le microimprese, la sburocratizzazione della legge 626 sulla sicurezza del lavoro, la politica dei Distretti Produttivi, che esigono condizioni dimensionali delle aziende non sempre accettabili, gli accordi di Basilea 2, prossimi alla loro applicazione ufficiale in materia di credito e finanziamenti, per i quali il sistema bancario sta adottando criteri di valutazione (rating) penalizzanti per le piccole imprese.