Donne Impresa: adottato decreto su voucher baby sitting esteso a imprenditrici. Daniela Rader: “37.387 grazie dalle artigiane venete che finalmente sono mamme come le altre”
Importante risultato nella battaglia di Confartigianato per garantire alle imprenditrici artigiane il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari e colmare le disuguaglianze rispetto alle dipendenti.
È stato finalmente adottato il decreto del Ministro del Lavoro e del Ministro dell’Economia e Finanze che consente alle imprenditrici artigiane di poter usufruire del voucher baby-sitting.
“38mila grazie, tanti quante le donne artigiane imprenditrici in Veneto che con questa novità per la prima volta assaporano la soddisfazione di essere considerate mamme come tutte le altre”. Daniela Rader, presidente di Donne Impresa Confartigianato Imprese Veneto commenta così lo strumento introdotto, in via sperimentale e nel limite di 2 milioni di euro per il 2016, che permette di superare la disparità tra imprenditrici e lavoratrici dipendenti.
Il decreto prevede, infatti, la possibilità per le madri imprenditrici e lavoratrici autonome di richiedere, in sostituzione (anche parziale) del congedo parentale, tale contributo o per il servizio di baby-sitting o per i servizi per l’infanzia (erogati da soggetti sia pubblici che privati accreditati).
“È con azioni concrete come queste – prosegue la presidente – che si aiuta la crescita demografica, rendendo le madri tutte uguali indipendentemente dal lavoro che svolgono. D’altro canto, fare figli è diventata una priorità per il nostro Paese. Deve quindi essere un diritto garantito a tutte le donne, rendendo disponibili a tutte quei servizi e quelle condizioni indispensabili affinché non siano costrette a scegliere se lavorare o fare figli”.
“Da una recente indagine Doxa (condotta per conto di Groupon su un campione di imprenditrici) – sottolinea la presidente -, le donne titolari di un’attività in proprio per il 46% hanno meno di 40 anni (il 13% ne ha meno di 30) con un’età media di 42 anni. Il 30% di loro ha una laurea, più del doppio rispetto alla media nazionale (18.9 % dato Istat al 31/12/2014) e il 58% è anche mamma. Una percentuale che può crescere ora ma bisogna rendere strutturale il voucher che aiuta le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia”.
“È necessario – conclude – superare definitivamente l’incomprensibile disparità di trattamento tra dipendenti e imprenditrici. Una discriminazione particolarmente odiosa nei confronti delle titolari d’impresa escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti e che attualmente non godono di alcun sostegno per coniugare gli impegni professionali con la cura della famiglia”.