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DELEGAZIONE DALLA CAMBOGIA: 30 IMPRENDITORI IN VISITA A VICENZA

Era il 2004 quando Confartigianato Vicenza stabilì il primo contatto con quella che allora si chiamava Camera di Commercio di Phnom Penh nell’ambito di un progetto europeo denominato “Un Modello di Sviluppo per le PMI in Cambogia”.

 

La Camera cambogiana (in realtà una Associazione di imprenditori se riportata al sistema italiano) contava allora qualche centinaio di imprese iscritte, poco più che una sorta di “club”. Disponeva di un’unica sede, nella capitale cambogiana, e della “buona volontà” di un gruppo di giovani funzionari, ai quali tuttavia mancavano quasi del tutto modelli organizzativi di riferimento nello svolgimento delle proprie mansioni quotidiane.
Sono passati appena 7 anni e si può affermare che per la Camera cambogiana tutto è cambiato, sicuramente anche grazie alla assistenza tecnica ricevuta in due progetti di cooperazione internazionale proprio da Confartigianato Vicenza, con la quale si è inevitabilmente instaurato un legame di profonda amicizia. Ora si deve infatti parlare di Camera di Commercio di Cambogia, le sedi sono 7 (nelle principali province cambogiane oltre a Phnom Penh), i soci sono diventati quasi 7.000 e l’operatività, anche a livello internazionale, si è incredibilmente sviluppata.
Ecco che è diventato possibile ciò che, solo fino a qualche tempo fa, era impensabile: una delegazione di 30 imprenditori e funzionari cambogiani, legati alla Camera di Commercio, è venuta in Italia con l’intento di visitare due importanti manifestazioni fieristiche quali MACEF a Milano e CHOICE a Vicenza, nel contesto di un progetto messo in cantiere dalla Camera stessa per permettere ai propri soci di conoscere alcune tra le principali fiere a livello internazionale, non solo in Europa, ma anche negli USA. La parte logistico – organizzativa della visita a Milano e Vicenza è stata completamente curata da Confartigianato Vicenza.
Gli imprenditori cambogiani, guidati dal Direttore Generale della Camera di Commercio, Sua Eccellenza Nguon Meng Tech, operano in diversi settori merceologici (dall’agricoltura all’edilizia, dall’abbigliamento alla cosmetica al credito), ma sono tutti accomunati, per usare le parole del Direttore Meng Tech, «dal desiderio di capire che direzione stanno prendendo i trend di consumo dei beni di lusso nel mondo occidentale, con particolare riferimento all’ambito dell’arredo casa e della moda, per poter fare scelte ragionate, anche con riferimento alla attivazione di nuove attività di importazione di prodotti italiani».
L’ottica è dunque quella dello sviluppo di un vero sistema distributivo cambogiano, il quale risulta tuttora fortemente destrutturato ed in gran parte dipendente dalla vicina (e non sempre amica) Tailandia, a fronte di una crescente domanda interna di beni di fascia alta, che sono di conseguenza difficilmente reperibili.
Come molti altri Paesi del Sud Est asiatico (in primis proprio Tailandia e Vietnam), la Cambogia sta sperimentando da più di due lustri tassi di crescita prossimi alla doppia cifra e sta risentendo in misura solo marginale della attuale crisi economica globale. Tale processo di sviluppo, nel quale giocano senz’altro un ruolo fondamentale anche capitali stranieri, prevalentemente di origine cinese, giapponese, coreana, taiwanese e statunitense, ha determinato, secondo un meccanismo macroeconimico ormai ampiamente studiato, una fortissima polarizzazione della distribuzione del reddito, con il conseguente affermarsi di una classe ricca (ovviamente numericamente ristretta), dotata di un potere d’acquisto molto importante ed affascinata da tutto ciò che profuma di “Made in Italy”. Non è naturalmente questo il luogo adatto ad effettuare una analisi delle fortissime contraddizioni sociali innescate da un siffatto tumultuoso processo di crescita, ma è senz’altro possibile rilevare che una delle sue conseguenze è che anche la Cambogia, in una prospettiva ormai di breve – medio periodo, potrà diventare un potenziale mercato di sbocco per i prodotti delle imprese italiane, anche in considerazione di una età media bassissima (23 anni) e della progressiva affermazione di schemi di consumo tipicamente occidentali.
Proprio queste prospettive, che evidentemente generano reciproci interessi, sono state al centro di un incontro tra la Delegazione cambogiana ed i vertici della Confartigianato di Vicenza, che rappresenta, allo stato attuale, l’unico interlocutore economico – istituzionale italiano in Cambogia, data l’assenza di una rappresentanza diplomatica (anche di tipo consolare) a Phnom Penh.
Il Presidente Bonomo ha infatti evidenziato: «Come Confartigianato Vicenza godiamo di un apprezzabile vantaggio competitivo in Cambogia. I progetti che, con lungimiranza, abbiamo realizzato negli ultimi anni ci hanno permesso di sviluppare relazioni istituzionali di livello molto elevato, le quali hanno tra l’altro portato al conferimento al Presidente Sbalchiero di una importante onorificenza a Phnom Penh solo un anno fa. Sia noi che i Rappresentanti della Camera di Commercio di Cambogia riteniamo che siano ormai maturi i tempi per passare dal dialogo istituzionale, che naturalmente rimarrà per noi una priorità, al dialogo tra imprenditori, poiché sono convinto che la Cambogia possa divenire a breve un interessante partner commerciale.
Anche il Direttore Generale di Confartigianato Vicenza Pietro De Lotto ha ribadito la volontà di compiere ulteriori passi concreti verso lo sviluppo di relazioni d’affari. «Stiamo verificando – dice De Lotto – quali strumenti possano essere più adatti a supportare questo processo di collaborazione. Senz’altro metteremo in programma l’organizzazione di nuove visite a Fiere in Italia per il prossimo anno così come analizzeremo attentamente il programma fieristico che la Camera cambogiana sta predisponendo per il 2012. L’idea è però anche di studiare la fattibilità di incontri diretti tra imprese, in particolare nel comparto tecnologico, dove la Cambogia soffre di forti carenze, che attualmente le impediscono di spiccare il salto da semplice Paese produttore di materie prime (gomma in particolare) a Paese trasformatore, con tutte le ricadute in termini di valore aggiunto che questo può determinare, anche e soprattutto per migliorare le condizioni di vita della popolazione».