Dal 10 maggio apre OroArezzo. L’eccellenza orafa vicentina in vetrina tra opportunità e incertezze (prezzo di oro e argento, dazi doganali)
Saranno una ventina le aziende di Confartigianato Imprese Vicenza che dal 10 al 13 maggio esporranno le loro collezioni a OroArezzo 2025, evento organizzato da Italian Exhibition Group. Dopo VicenzaOro, manifestazione leader in Europa per il comparto dell’oreficeria, OroAarezzo rappresenta un’altra importante vetrina per il distretto orafo vicentino. Si tratta di un’altra occasione per saggiare il mercato e le dinamiche in corso. Sebbene, infatti, anche nel primo trimestre del 2025 il comparto abbia registrato una crescita dei volumi in termini di esportazioni, gli operatori registrano dinamiche che destano preoccupazione. Sulla scia del 2024 l’incremento del valore dell’export è stato significativamente influenzato dal notevole aumento delle quotazioni dei metalli preziosi, in particolare oro e argento. Questa dinamica, spiega Confartigianato, se da un lato ha aumentato il valore delle vendite, dall’altro non si traduce necessariamente in una maggiore marginalità per le imprese, al contrario è un fattore che impatta negativamente sui margini portando nuova incertezza.
Un ulteriore elemento di forte apprensione per il settore è rappresentato dalla situazione del mercato statunitense. Gli Stati Uniti costituiscono il primo importante sbocco per l’oreficeria vicentina e le recenti decisioni in materia di dazi doganali stanno generando notevole preoccupazione. L’introduzione, e il possibile inasprimento di tariffe sull’importazione di gioielli italiani, rischiano di penalizzare pesantemente le micro e piccole imprese del comparto che costituiscono la spina dorsale del tessuto produttivo. Evidenzia Confartigianato che sono tante le aziende le cui produzioni non godono della forza di un marchio globale, operando così con margini di guadagno già contenuti, soprattutto in relazione al valore della materia prima contenuta nei manufatti. L’applicazione di dazi, calcolati sul valore totale del prodotto, rischia quindi di erodere in modo significativo la loro redditività, compromettendo la capacità di investire, di innovare e persino di mantenere i livelli occupazionali.
L’impatto sui prezzi di vendita negli Stati Uniti potrebbe essere considerevole, rendendo i gioielli italiani meno competitivi sul quel mercato e allontanando i consumatori che finora hanno apprezzato la qualità e il design del Made in Italy. Le stime indicano aumenti di prezzo che potrebbero superare il 40% per alcuni prodotti, con importanti ricadute per il cliente finale.
Parallelamente alle sfide legate al commercio internazionale, rimane alta l’attenzione sulla crescente problematica dei furti nelle aziende orafe del territorio vicentino. Ricorda Confartigianato che questo fenomeno, pur non rappresentando una emergenza a livello territoriale, è una minaccia per la sicurezza delle imprese e per la continuità delle loro attività. Da questo punto di vista Confartigianato auspica che prosegua il dialogo con le autorità competenti, già instaurato lo scorso anno in un incontro promosso dal Tavolo Intercategoriale Orafo.
Comunicato 70