Cosa vuol dire avere bisogno di un social media manager oggi?
Il Faber Box di Schio ha ospitato l’incontro “Di che social siamo fatti”, organizzato in collaborazione con il Digital Innovation Hub Vicenza e Confartigianato Vicenza, nell’ambito del progetto AVATAR – Alto Vicentino Alleanza Territoriale per Azioni in Rete.
L’incontro è stato moderato da Silvio Carnassale, vicepresidente e responsabile regionale Veneto di ANSMM – Associazione Nazionale Social Media Manager, e ha visto il contributo di due esperte del DIH.
Al centro del dialogo, il tema della comunicazione digitale “consapevole” come leva per lo sviluppo commerciale e relazionale. “L’importanza di una comunicazione coerente e autentica sui social” “Come migliorare la propria immagine online e creare fiducia nei clienti” “Come la comunicazione digitale può diventare un vero volano per il commercio”: questi alcuni dei temi affrontati.
L’INTERVENTO DI SILVIO CARNASSALE
La figura del Social Media Manager è certamente una delle più dibattute degli ultimi anni. Nata in realtà diverso tempo fa, quando i social hanno iniziato a permeare in maniera più capillare la vita delle persone e, di conseguenza, sono diventate piattaforme commerciali molto appetibili, è ormai una professione cardine tra quelle dei servizi digitali.
Ma la realtà è spesso diversa dalle apparenze. Nonostante la grande importanza che questa figura riveste nel settore del marketing, tante e troppe mansioni le vengono attribuite, spesso in maniera piuttosto confusa. Per “fare ordine” e dare voce alle migliaia di professionisti italiani freelance e nelle aziende pubbliche e private, nel 2022 è nata l’ANSMM, l’Associazione Nazionale Social Media Manager, un’associazione professionale, riconosciuta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. In questi anni l’associazione è cresciuta sia nei numeri che nell’organizzazione, dotandosi di referenti per ogni regione italiana e creando sinergie a livello locale e nazionale, con progetti che vanno dal mondo dello sport fino all’educazione e alla sensibilizzazione nelle scuole.
Grazie alla collaborazione e al lavoro svolto tra ANSMM e SLC-CGIL, è stata introdotta la figura del Social Media Manager nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (dentro i Grafici Editoriali e gli Artigiani), mentre recentemente, a livello legislativo, è stata anche istituita la figura del Social Media e Digital Manager per la Pubblica Amministrazione.
I passi da fare sono ancora tanti, ma è opportuno anche soffermarsi su quanto questa figura sia importante nel processo di transizione digitale (laddove è in corso) e di promozione commerciale delle aziende.
Il problema di fondo è sempre lo stesso: perché affidarsi a professionisti nel campo social quando gli stessi social vengono, spesso e volentieri, già utilizzati quotidianamente dagli stessi clienti? Perché questa professione non può essere svolta, pur con entusiasmo e magari nei ritagli di tempo, dal dipendente o dall’amico di turno che fa alcune foto, alcuni video e li mette sui social?
Questa pratica è ovviamente del tutto legittima, ma come nella maggior parte dei lavori si perde l’obiettivo di fondo. Se la gestione di un’immagine e di una promozione social non sono seguite da chi conosce gli strumenti del mestiere, li sa utilizzare, si adatta ai continui cambiamenti e, infine, ne misura concretamente i risultati, questa diventa un esercizio a vuoto.
Quello che ripeto spesso nelle conferenze e nei corsi di formazione è una cosa tanto banale quanto indispensabile: il Social Media Manager non è una persona che apre i social, posta il contenuto e guarda quello degli altri, ma una figura che utilizza strumenti specifici per programmare e analizzare i contenuti. Non è un tuttofare e soprattutto non è un influencer, figura professionale definita e precisa che opera sulle stesse piattaforme, ma con finalità e competenze diverse. Il Social Media Manager è l’operatore che, dietro le quinte, elabora e raffina il materiale promozionale, secondo una precisa strategia, e lo mette in condizione di “rendere al meglio” sulle piattaforme social, dove spesso sono proprio i dettagli a fare la differenza.
Come ANSMM sappiamo di rappresentare un mondo variegato, che va da chi lavora sui social all’interno della PA a chi lavora nelle web agency o in aziende, fino all’ampio e variegato mondo dei freelance. L’obiettivo non è solo quello di supportare i nostri soci, ma di collaborare con gli altri enti, soprattutto territoriali, per diffondere la conoscenza della nostra professione e spingerli a considerare in maniera molto seria la collaborazione con questo settore lavorativo.
L’avvento dell’IA può sembrare un ostacolo per chi lavora nel digitale, ma la nostra professione sta già da tempo evolvendo verso l’utilizzo, profondo e professionale, di questi strumenti per facilitare il proprio lavoro. Anche su questo ultimo tema l’appello rimane lo stesso: non pensare all’intelligenza artificiale come una scorciatoia “casalinga” per fare a meno dei professionisti, che la useranno invece per portare a casa risultati migliori per i propri clienti.
